Economia

India, banche assediate e staff picchiato: non ci sono più contanti

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La campagna di lotta ai contanti delle autorità indiane non sta andando come previsto. Dire che non sta filando liscio sarebbe un eufemismo. Dopo che il governo ha rottamato le banconote di taglio medio, che rappresentavano l’86% circa del cash a disposizione dei cittadini indiani, si sono iniziate a formare file infinite agli sportelli del bancomat ed è sempre più difficile prelevare e trovare contanti in circolazione.

Anche i banchieri – e non solo i cittadini – se la vedono brutta in questi giorni, mentre per la stragrande maggioranza di una nazione popolata da 1 miliardo e 251.650 milioni di persone si avvicina il giorno di paga. Manifestazioni di protesta e lunghe ore in attesa fuori dalle filiali delle principali banche del paese, stanno creando una situazione potenzialmente esplosiva in India, un paese dove il 78% dei pagamenti avviene in contante. Alcuni bancari sono stati picchiati o chiusi a chiave dall’esterno dentro le filiali in cui lavorano.

Per dare un esempio di quanto la situazione sia fuori controllo, in un quartiere di Mumbai una filiale della prima società del credito del paese, la banca statale Bank of India ha iniziato la giornata con solo 600mile rupie in contanti a disposizione. In un’ora si prevede che siano già finite. Normalmente, fa sapere il manager della banca, la somma giornaliera in cassa sarebbe in media di 1 milione e mezzo.

È raro trovare una banca che abbia contanti a sufficienza per tutti. “Per protesta le persone più frustrate stanno chiudendo i banchieri all’interno delle filiali nelle circoscrizioni di Uttar Pradesh, Bihar e Tamil Nadu e stanno malmenando lo staff”, racconta C H Venkatachalam, segretario generale dell’associazione dei dipendenti delle banche indiane (All India Bank Employees’ Association). Il gruppo ha cercato di ottenere la protezione della polizia per almeno i prossimi dieci giorni in tutte le filiali del paese.

“Temiamo il peggio, non abbiamo abbastanza soldi”

Il caos è iniziato quando, con la scusa di combattere la corruzione e l’economia sommersa, il governo Modi ha deciso di abolire le banconote da 500 e 1.000 rupie (15 dollari), togliendo di fatto dalla circolazione l’86% dei contanti.  I funzionari delle banche riferiscono che la maggior parte delle big del quartiere finanziario di Mumbai hanno al massimo 1,2 miliardi-800 milioni di rupie nelle proprie casse. Di solito ne hanno 1,5 miliardi.

I banchieri spiegano che la decisione di Modi è “una delle peggiori mai prese e messe in pratica dalle autorità politiche negli ultimi decenni”. Mantenere un livello di gradimento elevato è fondamentale per il leader dell’India Narendra Modi, visto che l’anno prossimo si tengono elezioni statali chiave e nel 2019 si svolgeranno poi quelle generali.

Le stime dell’associazione delle banche dicono che circa 20 milioni di persone – due volte la popolazione della Grecia per intenderci – si metteranno in fila alle filiali delle banche e agli sportelli del bancomat nella prossima settimana, nella speranza di riuscire a prelevare i soldi guadagnati lavorando. La settimana prossima è infatti quella durante la quale i datori di lavoro sono soliti pagare i propri dipendenti.

“Temiamo il peggio”, ha detto Parthasarathi Mukherjee, amministratore delegato della banca Laxmi Vilas Bank di Chennai. “Se finiamo i soldi dovremmo chiedere alla banca centrale di darcene altri. È un momento duro per noi”.