Economia

Febbre dell’oro Bankitalia: “Decide Bce chi ne ha la proprietà”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Le riserve auree detenute dalla Banca d’Italia sono fra le più cospicue al mondo. Per la precisione, con oltre 2.400 tonnellate le riserve di Via Nazionale sono le quarte al mondo, dopo quelle di Stati Uniti, Germania, e Fondo monetario internazionale (che però non è un Paese, ma un fondo “comune” di vari stati ). A chi appartiene questo oro? I sovranisti non hanno dubbi: si tratta di proprietà dello stato. Dopo gli appelli di Fratelli d’Italia già nella scorsa legislatura, ora è una proposta di legge del leghista Claudio Borghi (presidente della Commissione Bilancio alla Camera) a sollevare la questione.

 

La legge chiarirebbe giuridicamente che la Banca d’Italia, soggetto di diritto pubblico, gestisce l’oro per conto dello stato – che ne è proprietario. Ma a opporsi alla competenza del Parlamento sulla materia è lo stesso direttore generare di Bankitalia, Salvatore Rossi, che i un’intervista rilasciata su La7 ha dichiarato senza mezzi termini che, con l’ingresso nell’euro, è la Banca centrale europea ad avere il potere di stabilire a chi appartenga l’oro della Banca d’Italia – che della Bce è terzo maggiore azionista.

 

 

Così Rossi: “Sull’aspetto giuridico di chi sia la proprietà legale dell’oro si pronuncerà la Bce a cui abbiamo ceduto la sovranità quando è stato creato euro”. La reazione di Borghi non si è fatta attendere, sul suo profilo Twitter.

Al di là della polemica, appare certo che la proposta di legge abbia chiarito – quantomeno – quale sia l’autorità competente a dirimere la questione giuridica sulla proprietà delle riserve auree della Banca d’Italia. Pochi avrebbero immaginato potesse essere la Bce, e soprattutto, che l’entrata nell’euro comportasse il conferimento della sovranità sulla definizione della proprietà delle riserve auree nazionali.
Lo scorso aprile Rossi aveva già dichiarato che la vendita delle riserve auree per abbattere il debito pubblico italiano dovrebbe essere una l’extrema ratio: “C’è un accordo internazionale tra le banche centrali, che prevede che le vendite siano razionate, dunque ne potremmo vendere per poche centinaia di milioni alla volta. Nei fatti non si risolverebbe il problema del debito pubblico e daremmo un pessimo segnale al mondo dove la vendita di oro da parte di un Paese darebbe il segnale di un gesto disperato”.
E’ interessante, però, osservare che in tale circostanza Rossi aveva lasciato intendere che il debito pubblico può essere compensato, benché in casi “disperati”, dalle riserve auree della banca centrale. Se ciò è possibile, allora sembra logico assumere che le proprietà, del debito così come dell’oro, appartengono allo stesso soggetto: lo stato.