Economia

Aumento Iva fino al 25%. E nella manovra spunta una trappola

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA (WSI) – Non ci sarà l’aumento dell’Iva nel 2017 ma nel 2018. Secondo una bozza della manovra, visionata in anteprima dall’agenzia di stampa Ansa, dal 2018 l’aliquota Iva al 10% verrà incrementata al 13% e quella al 22 diventerà al 25%.

Nonostante le rassicurazioni del governo, nella bozza spunta anche una clausola di salvaguardia che è collegata alla voluntary disclosure: se non si raggiungono entrate pari a 1,6 miliardi di euro dal 10 settembre 2017 scatta l’aumento delle accise su prodotti energetici, come benzina e diesel, alcol e bevande alcoliche e tabacchi lavoratori. Quindi la manovra con una mano toglie con l’altra prende: da una parte toglie l’aumento delle aliquote Iva, dall’altro inserisce una nuova “trappola” come la chiama la giornalista Chiara Brusini dalle pagine de Il fatto Quotidiano.

Francesco Boccia, il presidente della Commissione bilancio della camera sottolinea che ““La legge di bilancio che conoscete vieta le clausole. Quindi la norma sarà di un altro Paese, che non appartiene all’Ue”.

“Invece è proprio quella dell’Italia” – dice la Brusini.

“Per ora. Difficile però che la previsione, evidentemente inserita per evitare contestazioni di Bruxelles sull’ennesima copertura aleatoria, sopravviva al passaggio parlamentare. Il Tesoro dal canto suo fa sapere che le clausole descritte finora “non corrispondono al testo del provvedimento”, ma la bozza in possesso del fattoquotidiano.it le riporta. Non solo: l’articolo successivo della legge di Bilancio, che come già detto elimina l’aumento Iva per il 2017, si limita in realtà a farlo slittare agli anni successivi. Per cui il prossimo anno ci sarà bisogno di un nuovo sblocco delle clausole, che quest’anno è costato 15 miliardi di euro. In particolare viene previsto che l’aliquota Iva del 10% sia incrementata di un punto percentuale dal 1 gennaio 2018 e che quella al 22% sia aumentata “di tre punti percentuali dal 1º gennaio 2018 e di ulteriori 0,9 punti percentuali dal 1° gennaio 2019”.