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Arte, dall’incubatore di Tendercapital nasce Yugen

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Nella foto Moreno Zani con Francesca Valtorta e Mădălina Diana Ghenea (Foto: Paride Zappavigna)
(Immagine: Paride Zappavigna) Moreno Zani con Francesca Valtorta e Mădălina Diana Ghenea

di Benedetta Gandolfi

Estetica giapponese, flussi pittorici animati, intelligenza artificiale e, dunque, algoritmi. Si può tratteggiare Yugen, il film painting e ultimo processo creativo dell’artista e regista Martha Fiennes, che si muove tra dimensione artistica e mondo virtuale. Prodotto dall’asset manager Tendercapital, società creata e presieduta da Moreno Zani, sviluppato con la consulenza creativa di Beatrice Panerai e in collaborazione con Palazzo Grassi – Punta della Dogana di Venezia, il film è stato realizzato con un sofisticato sistema informatico creato da Fiennes, e vede protagonista l’attrice Salma Hayek.

È stato presentato a Venezia nei giorni della Biennale del Cinema 2018 al Teatrino di Palazzo Grassi tra l’1 e il 3 settembre, il 5 ottobre è stato protagonista di uno screening privato per la stampa UK presso la Serpentine Gallery a Londra, durante la Frieze Week e ora si sta lavorando sulla possibilità di lasciarla poi visibile al pubblico. Di certo l’opera sarà itinerante. Tendercapital non è nuova a questo genere di scommesse. E le vince. Dopo aver ospitato (insieme a Vanity Fair), sempre nei giorni del cinema veneziano dello scorso anno, l’esclusivo dinner party in onore del film di apertura Downsizing, nel palazzo di Ca’ Rezzonico sul Canal Grande, quest’anno è stata la volta di Tina e Vincent Cassel a Palazzo Contarini Polignac affacciato sul Canal Grande. L’asset manager ha, inoltre incassato un grande plauso per aver sponsorizzato al Mudec di Milano la mostra di Frida Kahlo, che per 11 settimane è stata la più visitata in Italia, con oltre 358mila visitatori, è entrata nella top ten delle mostre più visitate di sempre in città.

«Sono convinto che la combinazione di talento, integrità e innovazione possano fare la differenza rispetto al mondo della finanza tradizionale», spiega Moreno Zani e aggiunge: «arte e tecnologia, del resto, sono state in costante dialogo fin dai tempi antichi. Yugen, connubio di coding, CGI e riprese cinematografiche, è un passo ulteriore nell’esplorazione di questa relazione che apre nuove visioni per entrambi i fronti».

Cosa è Yugen

Si tratta di un’operazione sinergica tra Martha Fiennes, Salma Hayek e Magnus Fiennes, compositore e autore delle musiche. È una esperienza visiva assolutamente inedita: ha per protagonista Salma Hayek, che incarna il ruolo di una sorta di vestale che fluttua in un mondo in continua mutazione, in cui non si ha percezione di precise coordinate spaziotemporali, ma di una cosmogonia in divenire. La Hayek tiene l’asse di una scena in costante movimento, un intorno che muta secondo i principi dello Sloimage nel quale Martha Fiennes è assoluta pioniera. Sloimage è un sistema complesso che la regista ha messo a punto con l’aiuto del produttore Peter Muggleston nel 2011 e che permette alle immagini di prendere vita. Dopo aver realizzato i lungometraggi Onegin (1999) e Chromophobia (2007), infatti, la Fiennes si è spinta oltre la cinematografia canonica sperimentando l’impiego dei mezzi messi a disposizione dalla tecnologia digitale, creando immagini in movimento il cui ritmo è determinato da un algoritmo calcolato e controllato artificialmente. Lo ha fatto per la prima volta con Nativity (2011), opera esposta al Victoria and Albert Museum e alla National Gallery di Londra e alla Biennale d’Arte di Venezia del 2017. Se Nativity prende spunto dal repertorio visivo delle natività rinascimentali, Yugen insiste su una nota contemplativa, mischiata a un certo misticismo orientale: il termine infatti appartiene alla filosofia estetica giapponese, e rimanda a una profonda consapevolezza dell’universo e al contempo ne simboleggia l’eterno mistero.

TenderToArt come incubatore d’arte

Tendercapital ha creato TenderToArt, incubatore d’arte contemporanea ideato da Moreno Zani (nella foto con Francesca Valtorta e Mădălina Diana Ghenea). «Lo abbiamo sviluppato dal 2011 con il supporto di diversi curatori. L’idea era quella di comunicare l’azienda attraverso progetti legati alle arti, coinvolgendo di volta in volta vari artisti, come Letizia Battaglia, Francesco Jodice o Valeria Golino. L’incontro con Martha Fiennes è avvenuto un anno e mezzo fa, aveva da poco presentato la sua opera a Venezia, e sono rimasto folgorato dal suo ‘Nativity’. Mi ha parlato del suo nuovo progetto, Yugen, e da qui è nata la nostra collaborazione».