Mercati nervosi: come scegliere tra paura e opportunità

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di Andrea Preti, private banker di Sanpaolo Invest sim

Nei giorni scorsi i dati sull’inflazione hanno nuovamente sorpreso al rialzo e questo ha suscitato l’immediata reazione delle banche centrali, che hanno deciso di intraprendere politiche monetarie ancora più restrittive. La Fed ha infatti alzato i tassi di 0,75 punti, contro lo 0,50% che era nelle attese, mentre la Bce ha accelerato sui progetti di restrizione monetaria, che dovrebbe partire a luglio e in modo più deciso del previsto. I mercati hanno perciò scommesso su tassi di interesse che potrebbero salire più del previsto, rivedendo al rialzo la probabilità che l’economia possa scivolare verso una prossima recessione. La dimostrazione del crescente nervosismo si è tradotta in una impennata di volatilità ribassista. Prosegue così la fase di sofferenza per azioni e obbligazioni, e per un investitore che da inizio anno ha subito risultati molto negativi, un ulteriore ribasso delle quotazioni comincia a risultare insopportabile.

Cosa fare sui mercati?

Tre sono le opzioni possibili:

  1. Resistere attendendo la ripresa, e rischiare così ulteriori ribassi;
  2. Approfittare delle eventuali opportunità che si sono create con il calo delle quotazioni;
  3. Vendere tutto e attendere tempi migliori.

Le notizie negative sulla situazione economica e geopolitica induce moltissimi investitori a pensare che la terza sia la via da perseguire, visto che il futuro appare molto incerto, e questo si può riscontrare nei flussi di movimento dei capitali. Sembra prevalere l’idea che sia meglio attendere gli sviluppi della situazione e sperare in tempi migliori. È davvero così? È questa la scelta migliore? Alcune riflessioni possono aiutarci a dare una risposta a queste domande.

Qualche riflessione

Investire comporta un rischio, ma se manteniamo il nostro risparmio sul conto corrente, che non garantisce alcuna remunerazione, andiamo incontro ad una certezza: quella di svalutare il nostro denaro. 100.000 euro, non investiti e mantenuti sul conto corrente, con un tasso di inflazione del 3% diventano in potere d’acquisto 86.000 circa dopo 5 anni, 74.000 circa dopo 10 anni. Con un’inflazione al 5%, 78.000 circa dopo 5 anni e 61.000 circa dopo 10. L’inazione ha un pesante costo.

Un altro aspetto da considerare guardandoci attorno, è che ci sono decine di piani di investimento che le aziende si apprestano a varare, basta pensare a quanti progettisaranno attuati attraverso il PNRR che prevede l’ impiego di oltre 220 miliardi di euro e che rappresenta un’opportunità di crescita irripetibile per il paese e per centinaia di aziende. Oggi sembra tutto buio ma in realtà sono molte le prospettive per il futuro, in un corretto orizzonte temporale, che deve essere compatibile con le esigenze dell’investitore.

L’opinione prevalente è che non sia il momento di investire? A tal proposito, risulta molto interessante svolgere un piccolo esercizio: se osserviamo il grafico dell’ indice delle borse mondiali degli ultimi 10 anni, vediamo un andamento decisamente crescente, ma caratterizzato da oscillazioni che in alcuni momenti sono state molto marcate. I punti di svolta tra un andamento di discesa e uno di risalita dei mercati, sono quelli in cui tutti vorrebbero aver comprato.

mercati

Ma se andiamo con la memoria alla data esatta in cui sono iniziati i cambi di rotta, scopriamo che le notizie di quei giorni non erano affatto rassicuranti. I mercati hanno prospettive di osservazione diverse da quelle del risparmiatore-investitore e le notizie che quest’ultimo apprende, e sulle quali prende decisioni, spesso per il mercato rappresentano il “passato” e sono già incorporate nei prezzi. La speranza di poter cogliere il momento giusto per investire porta quasi sempre a commettere errori irreparabili. Se guardiamo alle prospettive e non al presente e al recente passato, ci sono sempre opportunità di investimento, che possono essere colte anche attraverso investimenti progressivi e pianificati. Per questo è importante un approccio professionale e ragionato, e non improvvisare sperando nella buona sorte.