Quanto dovrei “accumulare” in un anno di lavoro?

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DOMANDA: Guadagno da fame. Sono fidanzato con una ragazza da me lontana (80km A/R) e ogni mattina per andare a lavoro tanta fila e la costosa mania del TUNING. Riesco a stento a risparmiare diciamo 200€ al mese… 2000€ in un anno Poco? Tanto? Quanto dovrei accumulare in un anno di lavoro? Cosa posso fare? 

Questa è una delle tante richieste che spesso riceviamo o che vengono lanciate in rete sperando che il professionista di turno incappi in questo grido d’aiuto e possa supportare l’infelice lettore/investitore. Per tal motivo abbiamo voluto dare ulteriore supporto ad entrambi le parti (consulente finanziario/risparmiatore), diventando vero e proprio collante e ponte affinché situazioni comuni a molti possano diventare spunto di riflessione e di scelte consapevoli.

A tal proposito abbiamo interpellato la Dott.ssa Cinzia Pedemonte, Senior Private Banker e Consulente patrimoniale, per rispondere al quesito in apertura.

RISPOSTA: Se si dà tempo, il risultato, fra salite e discese, sarà positivo. Prova ne sono i grafici degli indici delle borse. Quando si hanno conoscenze poco precise di come funzionano i mercati finanziari, dei possibili investimenti e rendimenti ed anche idee ancora vaghe in merito agli obiettivi per i quali dovremmo investire, ci poniamo una dopo l’altra le stesse domande che ci pone il lettore della nostra rubrica.

Quanto devo investire? Sarà poco, sarà tanto?

Spesso, bastano pochi preliminari concetti di partenza per avere basi solide da cui partire ed arrivare ad avere un quadro chiaro di come investire, dove e con quali possibili risultati.

Quali sono i concetti di partenza?

E’ un dato di fatto che livelli diversi di patrimonio e di retribuzione portano a differenti numeri “finali” ma è altrettanto vero che non si può mai dare nulla per scontato. Nella vita può accadere tutto ed il contrario di tutto: persone ricchissime hanno perso interi patrimoni e persone povere fin dalla nascita sono riuscite a costruire fortune sconfinate.
Ma, per tutti, valgono questi tre concetti di base: obiettivi, tempo e confronto.

Come è possibile rispondere alla domanda di quanto si deve investire se non si conosce per cosa si deve investire?

Ragionare sui propri obiettivi non è mai cosa semplice. Richiede di indagare il proprio futuro, cosa si vorrebbe fare, dove si vorrebbe arrivare e cosa si sta già facendo per raggiungere quegli obiettivi…Richiede lucidità ma anche sogno, aspirazione e visione. Non sono tanti quelli che, per esempio, sono partiti come modesti impiegati e sono arrivati ad essere alla guida dell’azienda. Non sono tanti. Ma quei pochi avevano un sogno, una visione e ci hanno creduto fino a quando il sogno è diventato realtà.

La prima cosa da fare, dunque, è chiarirsi le idee e definire per quali obiettivi si vuole accumulare capitale ed investire. Quasi automaticamente verranno fuori obiettivi che si vogliono raggiungere prima ed obiettivi ai quali si deve dare più tempo per vederli realizzati. Proprio il tempo è il secondo elemento chiave alla base di ogni progetto di investimento. Spesso si vede il tempo come un nemico. Ci vuole “troppo tempo” per mettere da parte il denaro che serve per acquistare l’immobile oppure si ha “troppo poco tempo” per accumulare la somma che serve per quel progetto.

In campo finanziario, il fattore tempo è l’aiuto “divino”. Il tempo permette al denaro di accumularsi e di crescere. Non solo il capitale genera crescita ma anche questa crescita può essere “reinvestita” e generare a sua volta crescita. Questo “fenomeno” corrisponde a precisi calcoli matematici ed è noto con il temine “interesse composto”: permette di far crescere l’investimento molto più velocemente nel tempo. Inoltre, il tempo permette al denaro di crescere quasi indipendentemente da come andranno i mercati
finanziari, cioè indipendentemente dal fatto che la borsa salga o scenda. Davvero? Sì, davvero. Perché nel tempo i mercati finanziari si “normalizzano”. Ci saranno anni in cui i mercati scenderanno, anche a rotta di collo; ci saranno anni in cui saliranno, anche vertiginosamente osservati per il periodo temporale adeguato al tipo di investimento scelto. Ci saranno periodi di rallentamento economico in cui la borsa sembrerà farsi beffe di tutti coloro che vi hanno investito per far crescere i propri denari e periodi di crescita economica in cui sembrerà che tutti possano diventar ricchi investendo in borsa. Nessuna delle due situazioni è vera, se presa singolarmente. Solo il tempo renderà giustizia a chi ha saputo attendere e non seguire l’istinto invece che la ragione. La tendenza “naturale” di tutto è sempre la crescita, seppur con qualche inevitabile e temporanea caduta.

Definito l’obiettivo e dato il tempo, dove, quanto e come bisogna investire?

Il confronto, terzo elemento chiave, è la risposta. Per tutti, compreso per chi si occupa di finanza. Se si svolge una professione che non ha nulla a che vedere con il mondo degli investimenti e non si è un appassionato che, per interesse personale, ha approfondito temi finanziari, scegliere dove, quanto e come investire per raggiungere i propri obiettivi richiede il confronto e la consulenza di chi professionalmente se ne occupa.

Sarà questa persona che, forte delle competenze in materia, saprà indicare il più adeguato e ragionevole percorso finanziario che, accantonamento dopo accantonamento, porterà verso l’obiettivo definito, nel tempo necessario. Sarà questa persona che indicherà il giusto atteggiamento verso mercati euforici e verso mercati in flessione, che seguirà l’investitore lungo la sua vita e adatterà il suo percorso finanziario a tutto ciò che gli accadrà. Matrimonio, cambi di professione, figli hanno impatti economici differenti che richiedono
adattamento. Chi si occupa di finanza è naturalmente indipendente e autonomo nel costruire i propri piani di investimento ma dal confronto con colleghi di “settore” potrà sempre arricchirsi e guadagnare considerazioni su cui fare utili riflessioni. Dire, semplicemente, che 2.000 euro all’anno possono diventare in 20 anni oltre 65.000 euro, ipotizzando
un rendimento normalizzato del 5%, non significa nulla se non si sono compresi i concetti chiave alla base di ogni percorso finanziario.

 

Per contattarmi, scrivete a: cinzia.pedemonte@bancagenerali.it

 

Questo articolo fa parte di una rubrica di Wall Street Italia dedicata ai consulenti finanziari che vogliono raccontare le loro esperienze e iniziative professionali. Se siete interessati a pubblicare una vostra storia scriveteci a: social.brown@triboo.it


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