Società

Vendite allo scoperto: per molti il divieto non servira’ a nulla

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Roma – La decisione delle autorità di Italia, Belgio, Francia e Spagna di vietare le vendite allo scoperto ha scatenato opinioni contrastanti nei mercati. Anche nel forum di WSI, si sono scatentati i commenti dei lettori, tra chi e’ a favore e chi invece contro tale pratica. Vi invitiamo a continuare qui il vostro dibattito, dove vi riportiamo l’opinione di alcuni esperti. La maggioranza dei quali e’ contraria all’intervento.

Anche la storia insegna che lo stop allo short selling non sempre ha un effetto positivo. Anzi, tutt’altro. Nel 2008, quando la Sec in Usa ordino’ lo stop alle puntate ribassiste contro i finanziari, il settore delle banche perse il 48% in un mese.

“La mia reazione iniziale è stata: dobbiamo fare esattamente gli stessi errori del 2008? Se guardiamo alla performance dei titoli finanziari Usa dopo un divieto di vendite short, dobbiamo prepararci a un -50% nei prossimi 12 mesi”. Christian Gattiker-Ericsson, chief strategist di Bank Julius Baer.

“Il gesto indica che i problemi vengono collegati a una sorta di cospirazione, nella quale gli speculatori starebbero cercando di trascinare al ribasso il prezzo sul debito italiano e greco. Vogliono creare una classe di persone alla quale attribuire tutti i problemi”, ha detto alla CNBC Nick Carn, fondatore di Carn Macro Advisors.

Un altro trader ha spiegato che cosi’ facendo a rimetterci saranno le valute, le quali potrebbero venire seriamente danneggiate, con il mercato che optera’ per vendere gli asset piu’ liquidi.

“Vietare le vendite allo scoperto è una mossa simbolica, piuttosto che una tattica efficace per deviare l’andamento del mercato. Si rallenta la capacità del mercato di raggiungere l’equilibrio, il che può essere un leggero vantaggio. Molti analisti la considerano una misura superficiale che non risolvera’ i problemi dell’area euro e le turbolenze dei mercati.

Tuttavia, non ci sono “prezzi demoniaci” che possono considerarsi irragionevoli, bensi’ soltanto prezzi di mercato che si formano in equilibrio, con posizioni lunghe e corte.

Porre un freno alla capacità del mercato di assumere coperture sui titoli bancari, porterà solo a un leggero rilassamento, ma come la crisi del credito ha mostrato, non risolve il problema di fondo e alla fine porta a un mercato orso. “I problemi della crisi del debito europeo sono tanti e rimangono ancora irrisolti”, dice Clem Chambers, chief executive del sito ADVFN.

“I titoli bancari europei hanno sentito la forza della recente crisi. In particolar modo gli istituti francesi, dopo essere stati colpiti dai rumors che una grossa banca del paese era sull’orlo del fallimento. Pertanto, questa misura potrebbe essere vista come uno strumento per fermare il trend, tuttavia, l’ultima volta che un tale divieto di vendita allo scoperto è stato imposto, nel 2008, non solo non ha migliorato la fiducia del mercato, ma ha portato a una situazione peggiore”. Lee McDarby, head of dealing per Investec Bank.

“Non crediamo che questi divieti miglioreranno la situazione attuale del mercato. L’esperienza passata ha dimostrato che il divieto della vendita allo scoperto non previene le cadute del mercato e anzi può aggravare la volatilità. Anche ricerche accademiche indipendenti supportano questa conclusione. La vendita allo scoperto è una pratica legittima del mercato, che aiuta i capitali a muoversi efficacemente.

Solo lo scorso anno il Committee of European Securities Regulators, il predecessore dell’ESMA, aveva riconosciuto in un rapporto ufficiale che legittimare le vendite short svolge un ruolo importante nei mercati finanziari. Contribuisce al raggiungimento di un mercato più efficiente, aumenta la liquidità del mercato, facilita la copertura e altre attività di gestione del rischio, e può eventualmente contribuire a mitigare possibili bolle.

Naturalmente gli abusi non hanno mai fatto bene al mercato. Se vi è la prova di abusi, le autorità dovrebbero adottare le misure appropriate contro i responsabili, piuttosto che imporre divieti alla cieca come in questo caso”. Andrew Baker, chief executive di Alternative Investment Management Association.