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Una Venezia da scoprire

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Un’antica residenza sul Canal Grande ospita un hotel di lusso che rende omaggio alla storia della Serenissima

A cura di Francesca Gastaldi

Tra le tante affascinanti sorprese che può riservare un soggiorno a Venezia, vi è anche quella di scoprire rari angoli verdi, disseminati di fiori, nascosti tra i palazzi del Ganal Grande. Uno di questi è il giardino di Palazzo Venart: una dimora risalente al Quattrocento, tra le più  della Serenissima, oggi sede del luxury hoıel che fa parıe del gruppo LDG.

Nella sua lunga storia la residenza, situata nel Sestiere Santa Croce e conosciuta un tempo come Palazzo Bacchini delle Palme, ha ospitato alcune delle personaliıà più illustri della ciııà. Questo palazzo è sıaıo inoltre teatro di numerosi eventi e feste dell‘élite veneziana, ıanıo da essere sıaıo inserito nel l8l9 in una delle prime guide turistiche della Serenissima dal titolo Il forestiere istruito nelle cose più pregevoli e curiose antiche e moderne della città di Venezia. Di recente, la residenza è stata oggetto di un lungo lavoro di recupero che ha coinvolto storici dell’arte ed esperti maestri veneziani: affreschi e dipinti dell’Ottocento, caminetti in marmo, mobili antichi e tessuti ricercaıi sono sıaıi riporıaıi al loro antico splendore.


La San Marco Luxury Open Plan Suite

Percorrendo il sentiero illuminato che attraversa il giardino si accede alla hall dove,  tra soffitti decorati  e  trompe-l‘oeil,  si trova la scalinaıa in marmo che conduce al piano nobile: è proprio qui che si ritrovavano gli aristocratici veneziani per ballare, giocare a carte e parlare dei più interessanti fatti del tempo. In quelle sıesse sale oggi si può trovare un antico pianoforte proveniente da Ghrisıie‘s, oltre che un‘imporıanıe biblioteca dedicaıa ai libri su Venezia.

L’hotel, inaugurato a settembre 2016, vanıa ll camere e 7 suiıe ispiraıe alla storia della Serenissima, tra richiami a personaggi illustri – come nel caso delle suiıe dedicaıe a Tiziano, Casanova o Lord Byron – e omaggi alla tradizione. Se dalle camere è possibile ammirare la visıa sui campanili e le torri della ciııà, sono le Suiıe Dandolo e Christine De Pizan che regalano la visuale più romantica grazie al loro affaccio sul giardino dell‘hotel e sul Canal Grande. All‘interno dell‘edificio, ornamenti tipici della Venezia rinascimentale si fondono con deııagli di lusso, antiche decorazioni e oggetti d‘arte veneziana accuratamente selezionaıi. Affreschi riportati alla luce dopo un lungo lavoro di  restauro fanno da sfondo invece alla Suiıe San Marco Luxury Open Plan, la più caratteristica dell‘hoıel con un caminetto in marmo, pavimenti in terrazzo veneziano e mobili in foglia d‘oro.


La lobby dell’hotel

A rendere ancora più suggestivo il giardino con darsena privata, da cui si accede arrivando dal Canal Grande, sono le due installazioni dell‘artista contemporanea Anna Paola Cibin: Il Leone del Tempo, triplice raffigurazione del leone di San Marco che rappresenta il passaıo, il presente e il fuıuro della ciııà e Carnevale Segreto, un gazebo omaggio alle stelle filanti coloraıe tipiche del Carnevale di Venezia e alle cupole a croce che caratterizzano la Basilica di San Marco. Da non perdere anche la tranquilla corte interna dell‘hoıel dove, durante la bella stagione, gli ospiti possono fare colazione, concedersi un drink o cenare sotto le sıelle.


Il ristorante Glam

Il ristorante con due stelle Michelin. All’interno di Palazzo Venart si trova il Ristorante Glam di Enrico Bartolini, l’unico due stelle Michelin della città. Con un ambiente che rievoca il fascino di una Venezia lontana, il ristorate dispone di una sala intima e accogliente con un giardino affacciato sul Canal Grande da cui si scorge Palazzo Ca’ Vendramin Calergi, il noto Casinò di Venezia. Resident Chef del Glam è Donato Ascani, la cui cucina reinterpreta la tradizione popolare veneziana in chiave moderna esaltando al massimo i sapori della Laguna. Tra le proposte del menù: la Bietola di Sant’Erasmo, uova e birra, lo Spaghetto all’anguilla, lo spaghetto al finocchietto selvatico o la Seppia al mirto.