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TANGO BOND, VERGOGNA

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(WSI) – E così, i risparmiatori non hanno avuto diritto di saperlo, prima che scadesse lo swap argentino predatorio sui tango bond, che i banchieri italiani venivano sanzionati dalla Consob. Siniscalco ha taciuto. E da ieri sappiamo che il ministero sta procedendo all’applicazione delle sanzioni in un incomprensibile silenzio pubblico.

A Intesa le sanzioni sono già scattate, per Unicredit un provvedimento è in corso di adozione. Lo si legge nella risposta del ministero dell’Economia fornita a una interrogazione di Giorgio Benvenuto (Ds).

«Per quanto concerne il collocamento presso gli investitori delle obbligazioni argentine, – si legge nella risposta fornita dal ministero – la Consob ha chiesto a questo dicastero due proposte di sanzioni a carico di due banche, le quali risultano non aver rispettato le norme di corretta prestazione dei servizi di investimento, con particolare riferimento alla vendita a propri clienti di obbligazioni emesse dal Governo argentino».

Il comportamento giudicato illegittimo dalla Consob e dal governo consiste nel collocamento dei bond argentini presso i piccoli risparmiatori in un periodo in cui era già chiaro che il Paese sudamericano non sarebbe riuscito a far fronte alle obbligazioni. Ma quei titoli non sarebbero mai dovuti finire nelle mani dei piccoli risparmiatori: al momento dell’emissione il governo di Buenos Aires aveva detto chiaramente che erano destinati agli investitori istituzionali.

Che si punisca in silenzio perché il mercato rimanga ad occhi chiusi, aggrava il danno di miliardi di euro sfumati nelle mani degli italiani e conferma che il potere politico per primo considera i banchieri come un’arciconfraternita di incappucciati, perché li teme.

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