Società

Stato divora redditi, il 50% va nel buco nero delle sue casse

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Oggi è l’ultimo giorno dell’anno e l’ultimo post del 2012. Con un anno che oggi va a concludersi, è consuetudine fare il bilancio delle proprie finanze, dei propri affetti, delle proprie realizzazioni professionali, eccetera.

Ebbene! A questo proposito, desidero condividere con voi ciò che è emerso dai calcoli che il mio amico Enzo ha voluto fare, in riferimento alle sue economie del 2012.

Il tutto è partito da una mia considerazione circa la reale pressione fiscale in Italia, la quale si attesta mediamente intorno al 70%. Enzo, incuriositosi, non essendo proprio portato a far di conto, ha chiesto a me se potessi aiutarlo a soddisfare la sua curiosità di capire quanto, della ricchezza da lui prodotta nell’anno 2012, è stata assorbita dallo stato. Ho accettato la sua richiesta e il risultato che ne è emerso lo ha lasciato sbigottito.

Durante la prima parte dell’anno, Enzo ha prodotto redditi come collaboratore occasionale, mentre nella seconda metà dell’anno ha lavorato come impiegato nel settore privato. Considerato che Enzo non è proprietario di alcun immobile e che vive ancora in casa dei genitori e a loro spese, guardate cosa è saltato fuori dai miei calcoli; per ogni 100 euro di costo sostenuto per pagare il lavoro svolto da Enzo, nell’anno 2012 è accaduto che (guarda la tabella allegata).

Come è ben evidenziato nel prospetto riepilogativo, nel 2012 Enzo ha lavorato per intascare solo la metà del valore totale del suo lavoro. L’altra metà è finita nel buco nero dello stato italiano. Teoricamente, Enzo ha lavorato 6 mesi dell’anno solo per pagare le tasse allo stato.

“Enzo” gli ho detto “tu sei fortunato e ti auguro, con tutto il cuore, di riuscire a mantenere il tuo posto di lavoro, anche per il nuovo anno”. E, ironizzando “Tu sei fortunato. Perché il 50% del frutto del tuo lavoro resta nelle tue tasche. Immagina che sfigato saresti stato, se invece di vivere dai tuoi genitori vivessi per conto tuo, magari in un appartamento di tua proprietà. Immagina che disgraziato saresti se avessi una bella famiglia con due bei figlioli da accudire, da amare. E meno male che tu non sia un imprenditore, con l’azienda dei tuoi sogni da mandare avanti, con la quale soddisferesti le esigenze della tua comunità e daresti da vivere al personale che lavorerebbe con te! Altrimenti, altro che il 50% del tuo lavoro nelle tue tasche!”

Ironie a parte, io consiglio a tutti i ragazzi della mia generazione (anche a Enzo) di reagire nonostante tutte le avversità, di combattere sempre, facendosi forza con tutte le proprie possibilità, anche se minime, per realizzarsi e avere una famiglia. Senza mai intimorirsi davanti alle evidenze della realtà ma, semplicemente, avendole sotto controllo come monito ad ogni importante decisione. Buon anno a tutti.

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