Società

Sesso ecclesiastico – La carne è debole!

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Sesso in chiesa: si fa ma non si dice!

La fedigrafa, una volta scoperta ed acclarata la tresca sessuale con Don Vito ISACCHI, il parroco della locale parrocchia dove la nostra “pecorella” andava a confessarsi, è stata condannata a pagare un risarcimento di 15mila euro al marito tradito.

A quest’ultimo, a sua volta, essendosi assunto la responsabilità di denunciare il fatto al Tribunale, anche grazie il lavoro meticoloso svolto da un investigatore privato – con tanto di foto e pedinamenti – è stato chiesto un risarcimento per il danno d’immagine provocato all’abito talare.

Lo scandalo è scoppiato nella Curia dell’Aquila interessando il locale  Tribunale che, in accoglimento della richiesta risarcitoria avanzata dal prelato ha condannato lo sventurato a risarcire la somma di 3.200 euro.

Insomma, come si dice, “cornuto & mazziato”.

L’esperienza di questa vicenda ci dice che le corna, quando ci sono, bisogna tenersele e godere in silenzio e non conviene denunciarle, soprattutto quando c’è di mezzo un prete.

Ai preti si sa, spesso giovani e aitanti, le occasioni non mancano e le pecorelle da accudire sono tante, spesso sole, tristi od anche trascurate dai rispettivi mariti.

I preti, in modo istituzionale quindi, pur senza abbandonare la loro naturale vocazione di fede, svolgono e rispondono ad una funzione sociale, infilandosi in modo discreto nella vita e spesso tra le lenzuola delle pecorelle.

In questo, la Chiesa non si è mai sottratta, finendo sempre, come in questo caso, per perdonare riabilitando un “prete recuperato”, perché la carne è debole e tutti possono sbagliare.

Una volta, da giovane finanziere vidi un signore avanti negli anni che ancora viveva in caserma e allora gli chiesi: “Maresciallo, lei è ormai in pensione. Perché non ha una moglie e vive a casa sua come tutti gli altri?”

Questi mi rispose: “Io qua sto bene. Non ho una moglie, ma prendo quella degli altri”. 

Ecco, ho ricordato questa metafora per dire che i preti fanno quello che farfugliava il maresciallo, certamente con ben altri risultati.

E la Chiesa che dice?

La Chiesa, tace e assolve: tutti possono sbagliare, anche i preti, soprattutto quelli giovani e aitanti.

No al matrimonio, va bene così, facciamo come il “maresciallo”, meglio le mogli degli altri!

Viva l’amore, a prescindere.