(9Colonne) – Lussemburgo, 6 mar – Lo Stato italiano non può applicare sanzioni penali per la raccolta di scommesse da parte di intermediari che operano per conto di società straniere a cui non è stata concessa specifica autorizzazione, dal momento che le norme sulle concessioni violano il diritto comunitario. Lo ha stabilito oggi la Corte di giustizia europea che ha chiuso così il caso di tre operatori perseguiti dalla giustizia italiana per aver fatto scommettere i loro clienti con la compagnia inglese Stanley International Betting. La società non rientrava infatti tra gli operatori accreditati per la raccolta delle scommesse, dal momento che i bandi di gara emessi nel 1999 per la loro assegnazione escludevano gli operatori costituiti in forma di società, le cui azioni erano quotate in borsa. Una restrizione ingiustificata, secondo la Corte, da cui derivano ostacoli alla libertà di stabilimento e alla libera prestazione dei servizi.
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