Società

Sandy nei caveaux di Wall Street: distrutte obbligazioni per miliardi di dollari

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

New York – Mentre a New York si contano ancora i danni che l’uragano Sandy ha lasciato dietro di sé e tra Brooklyn, Queens e Staten Island la macchina della ricostruzione gira a pieno ritmo, Wall Street fa i conti con un mistero. Qui ha la potenza devastatrice di Sandy ha assunto i tratti dell’intrigo tutto da svelare.

Sarebbero, infatti, miliardi di miliardi i Certificati di Credito del Tesoro (CCT), ossia i titoli di Stato al portatore andati dispersi nell’acqua che si infiltrava negli uffici lasciati sguarniti a causa della foga dell’uragano.

Vietati nel 1982, tranne quelli che non ancora rimborsati non avrebbero dato nell’occhio se i caveaux sotterranei del distretto finanziario della Grande Mele non fossero stati inondati. In quella poltiglia ne sarebbero finiti oltre un miliardo.

Queste obbligazioni erano registrate come denaro contante e rimborsabili dopo un termine prescritto, quando il portatore presentava il coupon allegato per riceverne il pagamento. Peccato che oggi sia difficile recuperarle.

Basandosi su quanto appreso da una fonte, il New York Post riporta che i certificati in pericolo sarebbero addirittura $70 miliardi. Ma come spesso accade nelle situazioni di emergenza, le voci si rincorrono: nessuno dà indicazioni precise sull’accaduto.

Deutsche Bank, JP Morgan Chase, Bank of America, UBS, Citigroup si sono trincerate nel silenzio. Ha fatto eccezione solo Goldman Sachs. Il portavoce della banca, Michael DuVally, ha ammesso che è quasi impossibile riscattare quanto è andato distrutto.

Ricalcando un copione già scritto, gli investitori beffati gridano allo scandalo: rivendicano che chi ha investito i risparmi in quei certificati ha bisogno di sapere qual è la situazione.

Secondo un gruppo di esperti l’unica speranza per recuperare le obbligazioni ammassate lì dentro nei caveaux sarebbe quella di liofilizzarle in una camera a vuoto, lavandole a freddo. “Quando la pressione dell’aria nella camera scende e il calore aumenta, l’umidità nei documenti dovrebbe svanire”. Un processo da oltre 2 milioni di dollari. Chi pagherà il conto, questa è la vera domanda, che rischia di rimanere senza risposta.

Per contattare l’autore Twitter @MicaelaOsella; [email protected]