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SAN PAOLO-IMI: L’UTILE NETTO CRESCERA’ DEL 50%

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Nel 1999 l’utile netto del Gruppo San Paolo-Imi è stato di circa 2 mila miliardi. Le proiezioni indicano nel 2003 una crescita del 50% dell’utile netto e ancora maggiore dell’utile lordo.

I dati sono stati forniti dall’amministratore delegato della banca torinese Rainer Masera nel corso della presentazione agli analisti finanziari del piano industriale per la fusione del Banco di Napoli.

Si calcola che dopo la fusione, nel 2003 il roe di San Paolo-Imi sarà superiore al 20% (la stima per il solo istituto torinese era del 18%). Il piano di aggregazione comporterà sinergie nette per 280 miliardi di lire.

Nel 2000 il roe dovrebbe attestarsi al 14,6% in calo rispetto al 15% atteso per il solo San Paolo Imi, ma sopra il 14% del 1999. Nel 2001 il roe è visto al 17% (16,2% senza Banco Napoli) che salirà al 19,1% nel 2002 (17,3 solo San Paolo).

L’acquisizione di Banco Napoli avrà un effetto negativo di 56 miliardi sull’utile netto contabile San Paolo nel 2000 con un progressivo miglioramento che porterà a un impatto positivo di 215 miliardi nel 2003.

Il rapporto costi/ricavi sempre nel 2003 è previsto in calo al 45% per il SanPaolo nel 2003 (57% nel 1999) e al 55% per il Banco di Napoli (81% del 1999).

Il Gruppo darà il via a una ristrutturazione del core business, in particolare con un allineamento della produttività commerciale dei due istituti e il trasferimento delle attività non core del Banco al San Paolo-Imi (investment banking, attività estere, corporate e esattorie).