Economia

Riscossione crediti: conti correnti senza lucchetti e pignoramento prima casa

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Conti correnti senza più lucchetti per l’Agenzia della Riscossione, che potrebbe conoscere i la consistenza del conto del debitore e non soltanto l’esistenza. È questo uno dei pilastri emerso nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2021 pubblicato lo scorso del 28 maggio dalla Corte dei Conti, che ha dato indicazioni sulla riforma della riscossione dei crediti. Tra le altre indicazioni, il rafforzamento delle misure esecutive come il ritorno al pignoramento della prima casa e a soluzioni straordinarie ed eccezionali per lo smaltimento dell’arretrato.

In questo modo si intende superare le difficoltà legate al riscossione dei crediti pubblici, che presenta da tempo gravi difficoltà “a 20 anni dall’iscrizione a ruolo, la percentuale è inferiore al 30 per cento del carico netto. Dopo 10 anni, non raggiunge il 15 per cento” si legge. “L’annullamento d’ufficio dei “singoli carichi” di importo residuo fino a 5.000 euro affidati agli agenti della riscossione nel periodo 2000-2010 disposto con il Dl 41/2020 costituisce l’ultima conferma del mancato funzionamento del sistema”.

Alla luce di queste considerazioni, la Corte dei Conti, evidenzia la necessità di una profonda revisione del modello organizzativo e procedimentale (evitando comunque il discarico automatico delle quote non riscosse dopo il decorso di un determinato periodo e una metodologia di gestione dei carichi affidati basata su criteri selettivi) e una rivisitazione dell’intero sistema per individuare soluzioni idonee a potenziare l’efficienza della struttura amministrativa e tutelare adeguatamente l’interesse dello Stato.

Riscossione credit: i punti principali della riforma

Nel Rapporto si forniscono alcune riflessioni. In particolare, si legge:

sul piano organizzativo, ove non si voglia procedere all’internalizzazione della funzione di riscossione nell’Agenzia delle entrate (come avviene nelle altre maggiori economie), andrebbe considerata l’istituzione di una autonoma agenzia, prevedendo una commissione tecnica permanente per affrontare le criticità più diffuse;
decisiva sarebbe, poi, la revisione delle procedure, superando l’interminabile serie di notificazioni che dilatano i tempi della riscossione;
per effetto di diversi interventi legislativi la posizione del creditore pubblico è divenuta deteriore rispetto a quella del privato. Sarebbe opportuno rivedere, ad esempio, il regime del pignoramento (immobiliare e mobiliare) e le ipotesi di pignoramento presso terzi;
la gestione delle rateazioni, interessate da ripetute riaperture di termini e proroghe delle decadenze, dovrebbe fare capo all’ente impositore, che gestisce l’attività di controllo e il recupero bonario delle somme non spontaneamente versate, anziché all’Agente della riscossione, del quale finisce per assorbire gran parte delle risorse umane presenti sul territorio;
una riflessione richiederebbe il contenzioso, le cui criticità sono spesso legate all’incompletezza ed inattendibilità della rendicontazione dei dati, alla sovrapposizione delle questioni sollevate in giudizio, o all’affidamento della difesa a professionisti del libero foro anche quando le questioni dibattute in giudizio sono elementari e tali da poter essere trattate dagli stessi funzionari che predispongono l’istruttoria;
la riforma non dovrebbe trascurare il sistema dei controlli, con l’abrogazione delle norme disciplinanti le comunicazioni di inesigibilità;
particolare rilievo dovrebbe assumere, infine, la questione dello smaltimento dei carichi pregressi, in gran parte ritenuti non riscuotibili.