Economia

Rating Italia al vaglio di Moody’s: in serata atteso giudizio. Cosa aspettarsi e cosa è successo finora

Dopo aver declassato il rating degli Stati Uniti, ora è il turno dell’Italia. La prossima mossa di Moody’s sul rating sovrano tricolore è attesa in serata dopo la chiusura dei mercati. Attualmente l’agenzia americana assegna al nostro Paese il giudizio Baa3, il livello più basso tra quelli considerati “investment grade”, equivalente al BBB- utilizzato da S&P e Fitch. È un gradino sopra il livello “junk”, cioè spazzatura, oltre il quale un titolo di Stato viene considerato ad alto rischio.

Moody’s non migliora il rating dell’Italia dal lontano maggio 2002, quando il merito di credito fu portato da Aa3 ad Aa2. Da allora, il giudizio è progressivamente sceso, riflettendo la complessità delle dinamiche economiche italiane.

Facciamo il punto e vediamo più nel dettaglio cosa hanno deciso finora le agenzie di rating sull’economia Italia.

S&P promuove l’Italia grazie a stabilità politica e mercati solidi

Lo scorso 11 aprile, Standard & Poor’s ha migliorato il rating dell’Italia portandolo da BBB a BBB+ con outlook stabile. Secondo l’agenzia, il giudizio è stato influenzato dalla stabilità politica e dalla tenuta dei mercati finanziari. In particolare, S&P ha sottolineato che, pur in presenza di una crescita limitata allo 0,6% per il 2024, il rapporto debito/PIL dovrebbe stabilizzarsi a partire dal 2028.

Un altro elemento determinante è stata la continuità politica del governo guidato da Giorgia Meloni, considerato tra i più duraturi della storia recente. Il sostegno popolare, la solida maggioranza parlamentare e l’assenza di minacce concrete da parte dell’opposizione fanno ritenere probabile la permanenza dell’attuale esecutivo fino al 2027, contribuendo così a rassicurare gli investitori.

Fitch conferma il rating e mantiene un outlook positivo

Anche Fitch, in data 5 aprile, ha confermato il proprio giudizio BBB sull’Italia, mantenendo però un outlook positivo. L’agenzia ha evidenziato alcuni punti di forza strutturali: un’economia ampia e diversificata, l’appartenenza all’eurozona e la solidità delle istituzioni rispetto ad altri Paesi nella stessa fascia di rating.

Tuttavia, Fitch ha anche segnalato le debolezze dell’Italia, come un debito pubblico molto elevato e un potenziale di crescita ancora basso. Nonostante ciò, le prospettive positive sono giustificate dalla maggiore stabilità politica, da una gestione fiscale più prudente e dalla capacità del Paese di resistere a shock esterni e incertezze geopolitiche.

I precedenti miglioramenti: Fitch nel 2021, S&P nel 2017
L’ultima revisione al rialzo del rating da parte di Fitch risale al dicembre 2021, quando l’Italia passò da BBB- a BBB pochi mesi dopo l’arrivo del governo Draghi e in piena crisi pandemica, grazie anche all’effetto stabilizzante del Recovery Fund europeo.

Prima ancora, nell’ottobre 2017, fu S&P ad alzare il giudizio sull’Italia da BBB- a BBB, riconoscendo i progressi del Paese durante il governo Gentiloni in uscita dalla crisi del debito sovrano e da quella bancaria.

DBRS Morningstar ha rivisto il trend dell’Italia al rialzo

Il 25 ottobre 2023, l’agenzia DBRS Morningstar ha confermato il rating BBB (high) per l’Italia, ma ha migliorato l’outlook da stabile a positivo. La motivazione principale riguarda il miglioramento della traiettoria fiscale di medio periodo, considerata utile per contenere i rischi legati all’elevato debito pubblico italiano.

Cosa aspettarsi ora da Moody’s

Con questo contesto alle spalle, gli occhi degli operatori sono puntati su Moody’s, che non rivede al rialzo il rating italiano da molti anni. Una conferma del giudizio attuale sarebbe vista come un segnale di cautela, mentre un eventuale miglioramento potrebbe rafforzare la fiducia degli investitori internazionali. In ogni caso, l’appuntamento con il verdetto è ormai imminente.