(9Colonne) – Roma, 9 mar – La situazione dei ricercatori stranieri in Italia è stata analizzata in un’indagine della Crui (la Conferenza dei Rettori). Il documento rileva una lunga serie di difficoltà. A livello nazionale una Direttiva comunitaria volta a facilitare l’ingresso di cittadini stranieri a fini di ricerca attende di essere recepita (il termine è ottobre 2007); le procedure di ingresso e soggiorno per ricercatori di Paesi Terzi sono spesso lunghe e onerose (tanto più con la recente modifica introdotta per il rilascio del permesso di soggiorno, la cui domanda ora viene effettuata presso Poste italiane, con un aggravio di circa 30 euro per il cittadino straniero); i servizi di accoglienza presso gli enti ospitanti risultano spesso al di sotto degli standard di altri Paesi industrializzati; la mobilità di ricercatori in ingresso e in uscita non è ancora strettamente connesso a quello della competitività e dell’attrattività del Sistema Europeo della Ricerca. Anche se a livello internazionale vi è un’oggettiva difficoltà a individuare dati omogenei e comparabili, le informazioni disponibili (fonte OCSE) mostrano una tendenza alla crescita del numero dei dottorandi stranieri, in Italia (da 160 nel 2001 a 1340 nel 2004), come in altri Paesi (in Spagna il numero dei dottorandi stranieri sarebbe salito da 6832 nel 2001 a 13426 nel 2004). Tuttavia, l’Italia è fra le destinazioni meno ambite, mentre è uno dei Paesi che inviano più giovani all’estero.
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