di Seun Oyegunle (T. Rowe Price)

T. Rowe Price: non solo petrolio. Le opportunità in Arabia Saudita

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All’interno dell’universo emergente l’Arabia Saudita offre numerose opportunità ma anche diverse sfide. Tra i fattori più attraenti vi sono le abbondanti risorse naturali, una popolazione giovane, un erede al trono con orientamento riformista e un’economia regionale ampia e in crescita. Occorre tuttavia considerare diversi rischi, tra cui la possibilità di tensioni sociali, le oscillazioni del mercato del petrolio e l’incertezza geopolitica.

La quotazione del gigante energetico Saudi Aramco, controllata dal Regno dell’Arabia Saudita, mette in luce gli sforzi del Paese per sfruttare i propri asset energetici al fine di diversificare l’economia, superando la dipendenza storica dai ricavi del petrolio.

L’importanza di Saudi Aramco per l’economia saudita

Aramco è il fiore all’occhiello tra gli ampi asset energetici della monarchia saudita. La quotazione ha attirato molta attenzione per via delle sue dimensioni, eguagliate solo dall’IPO del gigante cinese Alibaba nel 2014. La quotazione fa parte del programma di riforme Vision 2030, che nasce dagli sforzi del principe ereditario Mohammed bin Salman per modernizzare il Regno e di ridurre la dipendenza dell’economia dal petrolio.

Il 60% dei ricavi del Paese infatti dipendono dal petrolio e Aramco fornisce il contributo principale. La quotazione dovrebbe servire a finanziare piani di sviluppo delle industrie non petrolifere e dei servizi pubblici come sanità, istruzione, infrastrutture, intrattenimento e turismo.

La quotazione di Saudi Aramco è un altro passo verso l’aumento degli investimenti internazionali nel Paese. La borsa saudita di Tadawul è stata aperta agli investitori stranieri solo nel 2015. Trattandosi della borsa più grande nel mondo arabo, ciò dovrebbe incoraggiare l’afflusso di capitali internazionali nel tempo. Anche la recente inclusione del Paese nell’indice MSCI Emerging Markets dovrebbe contribuire in questo senso.

Guardare oltre l’energia: altre opportunità in Arabia Saudita

Il Governo sta investendo in modo consistente in programmi infrastrutturali, tra cui l’edificazione di varie “città economiche” nel Paese. Vi sono stati anche investimenti significativi per sviluppare la rete elettrica, idrica e delle telecomunicazioni.

I tentativi di diversificare l’economia hanno già ottenuto un parziale successo. Vi sono in particolare tre settori nei quali stiamo investendo:

  • Health care. Il settore sanitario offre un solido potenziale di crescita strutturale per via del divario tra domanda e offerta. A Riad vi sono solo quattro ospedali per servire una popolazione di quasi 8 milioni di persone e vi è una grave mancanza di posti letto.
  • Consumer. Anche il settore del consumo è attraente e si lega a un tema chiave nell’universo dei mercati emergenti: la crescita del ceto medio e l’aumento del reddito. Le valutazioni delle società che offrono beni di prima necessità e beni discrezionali sono interessanti se paragonate a quelle di altri mercati come India, Indonesia e Messico.
  • Banking. Il settore bancario ha diverse caratteristiche attraenti, come le elevate barriere all’ingresso, i dividendi vincolati al dollaro e le abbondanti riserve di capitale. È particolarmente incoraggiante il potenziale di crescita dei mutui: il tasso di penetrazione – vale a dire il valore del credito immobiliare come percentuale del Pil – in Arabia Saudita è di circa 10%, relativamente basso rispetto ai peer emergenti e sviluppati.

I passi ancora necessari

Vi sono ambiti nei quali le riforme potrebbero essere più rapide e più ampie. L’occupazione e gli stipendi hanno un rilievo particolare. La Primavera Araba del 2011 ha spinto il Governo a concentrarsi sull’aumento dell’occupazione e dei salari, specialmente per i lavoratori più giovani. Tuttavia, c’è ancora molto da fare. Sarebbe sicuramente utile anche una maggiore attenzione al training, soprattutto per le donne e i giovani.

Nel frattempo, il Paese deve riuscire ad attirare maggiori investimenti diretti esteri, mentre permane il bisogno di lavoratori stranieri qualificati. Sebbene i ricavi non derivanti dal petrolio siano in aumento, l’esportazione del greggio resta la chiave di volta dell’economia saudita. Gli sforzi riformisti sono un passo nella giusta direzione, ma serve un’ulteriore accelerazione.

Ad oggi, il Paese rappresenta il 2,5% dell’indice MSCI Emerging Markets. Se i miglioramenti proseguiranno, questa percentuale dovrebbe aumentare, specialmente se si considerano i circa 150 miliardi di dollari di IPO potenziali in arrivo sul mercato. Continueremo a monitorare da vicino queste opportunità, così come quelle offerte da Saudi Aramco.