di Swetha Ramachandran (Gam)

Investire nel lusso può essere un trampolino per la crescita

I fattori trainanti nel lungo periodo per il settore del lusso, come l’ascesa della classe media in Asia, persistono. Milioni di persone entrano continuamente a far parte della classe media su scala globale, nonostante lo stop momentaneo della pandemia. Entro la fine del decennio crediamo che tre economie asiatiche da sole, ovvero Cina, India e Indonesia, rappresenteranno circa il 30% dei consumi globali del ceto medio, a cui si sommano anche altri mercati emergenti come Brasile e Messico. La situazione è molto cambiata rispetto a 10 anni fa, quando erano soprattutto i Paesi sviluppati a concentrare i consumi della classe media. Il consumo di beni voluttuari è strettamente connesso alla formazione di una classe media.

A nostro avviso gli effetti a breve termine della ripresa dei consumi in Cina sono sottovalutati. Nel 2019, circa il 30% della domanda del lusso e il 90% della sua crescita dipendevano dai consumatori cinesi. I cinesi praticamente non hanno viaggiato all’estero per tre anni a causa della pandemia da Covid. In termini assoluti, il calo dei consumi cinesi ha inciso per circa 33 miliardi di euro, per cui oggi c’è ampio spazio di recupero. Non dovremo attendere a lungo, il fenomeno è già iniziato, con le code di fronte ai negozi dove i consumatori spendono i risparmi accumulati durante la pandemia. La ripresa del turismo cinese all’estero darà ulteriore impulso ai consumi. Negli Stati Uniti, per l’intero 2021 e per buona parte del 2022, nella fase di recupero post-pandemia le aziende hanno continuato a registrare vendite migliori del previsto e utili in aumento. Il mercato, secondo noi, non ha ancora compreso appieno la rilevanza di questo gruppo di consumatori; pertanto, ci aspettiamo sviluppi positivi per le azioni di queste società sulla scorta delle migliori previsioni di utile.

Dobbiamo considerare anche altri gruppi di consumatori del lusso oltre la Cina

Torna l’interesse per i beni di lusso anche nei mercati sviluppati, in particolare tra i consumatori a più alto reddito che tipicamente acquistano prodotti di lusso e che sono in grado di resistere alle pressioni inflazionistiche. Le aziende registrano un rinnovato interesse da parte dei consumatori locali in Europa, mentre i consumatori americani hanno contribuito molto ai successi del settore dal 2021: cambiano i gusti con un ritrovato interesse per la moda e i gioielli rispetto alle generazioni più anziane che preferiscono invece spendere per la casa e l’automobile.

L’ascesa dei consumatori del Sud-est asiatico è stato un ulteriore punto di forza per il settore. Anche se si trovano ancora nelle fasi iniziali di crescita, i mercati come Indonesia, Vietnam, Tailandia e Singapore offrono nuove opportunità, oltre alla Corea del Sud, che è già tra i primi 10 mercati del lusso al mondo. Il Pil di questi Paesi è in aumento e il reddito del ceto medio è aumentato abbastanza da trasformare milioni di persone in benestanti che possono permettersi l’acquisto di beni e servizi di lusso.

Acquirenti più giovani per il lusso

Il consumatore medio appartenente alla Generazione Z, che spesso viene a contatto con questo mondo attraverso i videogiochi o il metaverso, ha solo 15 anni quando inizia a comprare beni di lusso. I marchi stanno ampliando le fasce di prezzo per attirare i consumatori più giovani, con scarpe da ginnastica e abbigliamento sportivo, e considerano il metaverso come la nuova frontiera del prossimo decennio e oltre. È significativo, inoltre, che più il consumatore che si avvicina al lusso è giovane, più a lungo resterà fedele a questa categoria di prodotti. Ciò significa che in media il lifetime value, ovvero i ricavi che un’azienda può aspettarsi da un cliente delle nuove generazioni nel corso del rapporto, oggi è maggiore rispetto a dieci anni fa.

In Cina, i consumatori nati dopo gli anni ‘90, ovvero l’equivalente della Gen Z ad Occidente, rappresentano già circa il 50% delle vendite del lusso. La motivazione di questa generazione e di quella seguente è l’autoricompensa, per cui i beni di lusso sono un modo per autopremiarsi. Entro il 2030 il potere di acquisto dei consumatori più giovani in India e nel Sud-est asiatico verosimilmente aumenterà, di conseguenza anche la domanda del lusso in questi mercati crescerà.

Il potere di determinazione del prezzo di vendita

Il potere di determinazione del prezzo di vendita, ovvero la capacità di un’azienda di aumentare i prezzi senza causare un calo della domanda, è stato un tema importante per il settore del lusso nel 2022 a fronte dell’impennata dell’inflazione. L’inflazione sembra ora in calo, ma queste aziende non faranno marcia indietro sui guadagni ottenuti. Si tratta di un settore in cui le aziende evitano sconti e riduzioni di prezzo per mantenere il massimo valore del marchio. Ci aspettiamo dunque che conservino i vantaggi degli aumenti cumulativi dei prezzi, anche se d’ora in poi gli incrementi saranno più modesti.

Il tasso di crescita composito annuo (CAGR) del settore negli ultimi 25 anni è stato del 6% circa all’anno, dunque oltre il Pil dell’Eurozona e il Pil globale. Questo dipende principalmente dal fatto che il settore viene trainato dalla componente del Pil globale in più rapida crescita, ovvero i consumi del ceto medio. Inoltre, il settore del lusso offre agli investitori un’esposizione alla crescita dei mercati emergenti, ma al costo del capitale e con la governance di un mercato sviluppato.

Il settore del lusso è variegato, con molteplici fattori trainanti

Spesso si crede, erroneamente, che il lusso sia concentrato in poche aziende, come LVMH, Richemont, Estée Lauder e Pernod Ricard. In realtà è un settore molto più ampio. La categoria dei beni di lusso personali rappresenta solo il 20-25% dei 1.400 miliardi di euro del settore, per quanto molte delle società quotate del settore rientrino in tale categoria.

L’anno scorso l’hospitality di lusso, che sostanzialmente si riferisce al settore alberghiero, ha raddoppiato la crescita. Il livello di partenza era indubbiamente molto basso per via della pandemia, tuttavia, man mano che le persone vorranno fare nuove esperienze con la ripresa della mobilità torneranno eventi e festeggiamenti e in generale si ricomincerà a viaggiare, gli alberghi, così come vini e liquori, potranno beneficiarne molto. È importante sottolineare che la performance delle aziende che appartengono a una stessa categoria può essere estremamente variegata; pertanto, nel settore del lusso in particolare la selezione dei titoli attiva bottom-up sarà fondamentale.

Il divario tra fondamentali e valutazioni genera opportunità

Mentre le valutazioni di questo settore sono scese nell’ultimo anno, gli utili, rappresentati dai margini, sono in aumento e i fondamentali in miglioramento. In breve, non crediamo che le buone notizie siano già state scontate nelle valutazioni attuali, che non tengono conto del potenziale di recupero della Cina. Crediamo che le azioni del lusso continueranno a reagire alle previsioni di aumento degli utili.

Inoltre, lo stato patrimoniale del settore presenta una buona liquidità che lo protegge dagli effetti dei rialzi dei tassi di interesse, oltre a offrire l’opzionalità di sfruttare il capitale in eccesso per fusioni e acquisizioni, crescita organica o di restituirlo agli azionisti attraverso dividendi e riacquisti di azioni proprie.