di Yoram Lustig e Michael Walsh (T. Rowe Price)

Investimenti, 5 temi per i prossimi 12 mesi

Dopo oltre dieci anni di mercati tranquilli, di banche centrali favorevoli e di crescita moderata, nel 2022 le condizioni sono cambiate. Con l’azionario in calo del 18% e il reddito fisso dell’11,2%1 a livello globale, gli investitori avevano pochi posti dove ripararsi. Un’inflazione elevata su base storica, l’aggressivo aumento dei tassi e i crescenti timori di un rallentamento hanno pesato sui mercati. È arrivato un nuovo regime.

Ci aspettiamo ulteriori cambiamenti nel 2023, quando il nuovo regime maturerà, entrando in una nuova fase. È probabile che l’inflazione si attesti su livelli più elevati, ma che si riduca nel tempo. Un’inflazione superiore al target implica che molte banche centrali potrebbero essere costrette a mantenere i tassi di interesse elevati per un periodo prolungato. Tuttavia, anche se un passaggio all’allentamento monetario potrebbe non essere immediato, questo ciclo di inasprimento si sta avvicinando al suo culmine. Non è ancora chiaro se le principali economie scivoleranno in recessione o riusciranno a evitarla.

Inoltre, i rischi geopolitici includono la guerra in corso tra Russia e Ucraina, l’impatto della riapertura post-Covid, la centralizzazione del potere in Cina e la polarizzazione politica negli Stati Uniti in vista delle elezioni presidenziali del 2023. Se a ciò si aggiungono le recenti difficoltà del settore bancario statunitense ed europeo, queste preoccupazioni continueranno ad avere un forte impatto sul sentiment e sulla direzione dei mercati, aumentando l’incertezza. Questi cambiamenti significano che la volatilità potrebbe rimanere elevata, con rischi e opportunità. Abbiamo individuato cinque trend chiave che, a nostro avviso, guideranno la performance dei mercati nei prossimi 12 mesi e oltre.

1. Inflazione verso il 2%

Si prevede che l’inflazione negli Stati Uniti e in Europa diminuirà nel 2023 a causa dell’allentamento delle pressioni sul lato dell’offerta (ad esempio, il risanamento delle catene di approvvigionamento, il calo dei prezzi dell’energia e delle materie prime) e sul lato della domanda (ad esempio, la normalizzazione della domanda repressa post-pandemia), degli effetti di base (i prezzi saranno confrontati con i prezzi già elevati di un anno fa) e, infine, dell’impatto della politica monetaria più restrittiva, che si manifesta con un certo ritardo. La disinflazione è una buona notizia: l’inflazione è un rischio per i mercati ed è il motore delle banche centrali più aggressive.

Tuttavia, il percorso dell’inflazione nel 2023 sarà probabilmente accidentato. Con la riapertura della Cina, essa potrebbe aumentare come in altre grandi economie dopo la pandemia. L’inflazione di fondo, che esclude prodotti alimentari ed energia, non è ancora scesa con la stessa rapidità della misura principale. L’inflazione si è spostata dai beni ai servizi più “vischiosi”. Finché il mercato del lavoro rimarrà rigido, permane il rischio che la tendenza alla riduzione dell’inflazione possa arrestarsi o invertirsi.

2. Politica monetaria: più restrittiva, più a lungo

Finché non potranno dichiarare vittoria nella guerra contro l’inflazione, è probabile che le banche centrali mantengano i tassi in territorio restrittivo. La buona notizia è che i mercati non dovrebbero subire il forte inasprimento delle condizioni finanziarie del 2022, via via che le banche centrali si muoveranno per sospendere i rialzi a causa dell’insorgere della disinflazione. Tuttavia, rimangono molte incognite.

Le politiche delle banche centrali sono state la chiave di volta dei mercati dopo la crisi finanziaria globale, e hanno consentito di investire in azioni con una sicurezza implicita. Gli investitori devono adattarsi alla nuova realtà in cui i policymaker si concentrano sulla lotta all’inflazione e non sul rasserenamento dei mercati.

3. Recessione: schivata o ritardata?

Sebbene l’economia globale abbia iniziato il 2023 in condizioni ragionevoli, è raro che si riesca a vincere la lotta all’inflazione senza innescare una recessione. Detto questo, un mercato del lavoro surriscaldato negli Stati Uniti e in Europa ha rappresentato un ostacolo importante sulla strada della recessione. Storicamente, gli Stati Uniti non sono mai entrati in recessione senza una debolezza del mercato del lavoro. Permane il rischio di una recessione globale, o di un rallentamento dell’economia, nel 2023.

Tuttavia, anche la recessione fa parte del ciclo economico e un rallentamento temporaneo porta anche delle opportunità. Il mercato viene ripulito dalle aziende più deboli e le imprese più forti sopravvivono, il che porta a un’allocazione più ragionevole del capitale. I mercati azionari tendono a recuperare prima della fine della recessione, passando dal pessimismo alla valutazione della ripresa che ne deriverà.

4. Incertezza: un mondo in rivoluzione

Il mondo è nel mezzo di una serie di rivoluzioni secolari: la rivoluzione dell’informazione, quella ‘green’ e quella del lavoro a distanza. Le transizioni tra i regimi implicano una fase di adattamento, e l’adattamento porta incertezza. In questo momento, sembra che il mondo sia attraversato da eventi ancora più inquietanti del solito, come la guerra in Ucraina, la riapertura della Cina, il tetto del debito degli Stati Uniti, l’ulteriore escalation delle tensioni tra Cina e Stati Uniti. Queste sono le incognite note, mentre le incognite sconosciute potrebbero portare nuovi cigni neri.

Quando gli eventi geopolitici guidano il sentiment, i mercati possono oscillare tra risk-on e risk-off, mettendo in discussione la logica degli investimenti basati sui fondamentali. Tuttavia, se da un lato tendiamo a concentrarci su “ciò che può andare male”, dall’altro l’incertezza dovrebbe spingerci a cercare “ciò che può andare bene”.

5. Opportunità: trarre il meglio dalla “nuova normalità”

Dopo oltre dieci anni di rendimenti obbligazionari negativi e di tassi a zero, stiamo tornando alla realtà. Questa transizione è dolorosa, come abbiamo visto nel 2022. Tuttavia, la normalità può essere positiva. Dopo un brutale 2022, le valutazioni sono ora più ragionevoli e sebbene abbiano un impatto diretto sui rendimenti a lungo termine e non a breve termine, valutazioni più basse oggi significano rendimenti attesi più elevati in futuro.

Un tema che si intreccia con tutti gli altri è il cambiamento. Alcuni rischi esistenziali, come le guerre, i cambiamenti climatici e le trasformazioni sociali, creano incertezza. Tuttavia, essi comportano anche opportunità per gli investitori in grado di cogliere il cambiamento e di trarre vantaggio dalle sue perturbazioni.

 

1 Fonti: MSCI All Country World Index (ACWI) misurato in dollari (USD). Bloomberg Global Aggregate Bond Index con copertura rispetto al dollaro (USD).