di Gilles Guibout (AXA IM)

Azioni, spazzati via i timori sulle banche, torna la fiducia

Le azioni hanno messo a segno rialzi nel mese di aprile, sulla scia di una tendenza cominciata nella seconda metà di marzo. Alla base di questo andamento favorevole per l’azionario ci sono due fattori: il parziale dissiparsi dei timori sul settore bancario e una stagione degli utili societari abbastanza soddisfacente.

Inoltre, l’inflazione nel complesso ha continuato a diminuire. Vero è che l’inflazione “core” resta elevata, ma gli economisti si aspettano che rallenterà verso il target delle banche centrali intorno alla fine di quest’anno. Di conseguenza, sembra confermato l’approssimarsi della fine del ciclo di rialzi dei tassi statunitensi.

Aspettative su fine ciclo rialzi e timori di recessione temporaneamente archiviati

Gli investitori ormai sono convinti che la Federal Reserve sia arrivata alla fine del ciclo restrittivo della sua politica monetaria e possa guardare a un prossimo taglio dei tassi già in autunno. Naturalmente, se le cose non dovessero andare in questo modo, se per esempio l’inflazione dovesse tornare a salire, i mercati dovrebbero rivedere le loro aspettative. Nel corso del mese il dollaro si è indebolito. Anche se il Fondo monetario internazionale (FMI) ha leggermente rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita globale per il 2023, i timori di recessione sono stati nuovamente rinviati. I dati economici relativi al primo trimestre di quest’anno hanno mostrato che la recessione nella zona euro è stata per poco evitata.

Questo ritrovato ottimismo si è riflesso sulla performance delle azioni europee ad aprile. Il DJ Eurostoxx dividendi reinvestiti è salito dell’1,44%. La stabilizzazione dei tassi è stata favorevole al settore immobiliare, che ha registrato la performance migliore a livello europeo. Bene anche il settore assicurativo, che ha sovraperformato le banche. Il settore dei consumi è stato trainato dai dati positivi sugli utili societari, così come quello della salute. Hanno invece sofferto i settori delle commodity e dell’automotive, così come la tecnologia, penalizzata dai segnali di rallentamento della domanda di semiconduttori.

Resta il rischio di un rallentamento

Nonostante le buone notizie dalle pubblicazioni dei risultati del primo trimestre da parte delle imprese, gli effetti del rialzo dei tassi d’interesse e dell’inasprimento delle condizioni del credito, oltre al permanere di un rischio sul sistema bancario, in particolare negli Stati Uniti, e alle trattative in Congresso sull’innalzamento del tetto del debito, stanno contribuendo a offuscare il contesto dei mercati finanziari.

Il mantenimento di una volatilità piuttosto elevata rappresenta un rischio. Bisognerà poi capire se il rialzo dei tassi da qui a fine anno porterà a una recessione. In questo contesto, rimaniamo fedeli alla nostra strategia di diversificazione e continuiamo a privilegiare le azioni di società che combinano capacità di aggiustamento dei prezzi, buona visibilità sulle proprie prospettive di crescita grazie all’esposizione a tematiche di lungo periodo, e solidità della struttura finanziaria.