Economia

Niklas Lindahl, il domatore di incertezze

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Essere imprenditore di successo vuol dire essere sempre pronti, ancor più in questi ultimi anni, a gestire l’incertezza. È il caso di Niklas Lindahl, dirigente d’azienda ed imprenditore, ma anche dotato di un accurato background esperienziale a livello internazionale nel settore del Digital Marketing.
Lindahl è attualmente alla guida di una società del settore del gioco online e, non a caso, nelle sue strategie di business dedica particolare attenzione alla tematica del gioco responsabile. Cosa significa essere il top manager di un’azienda in una condizione di mercato così incerta? Wall Street Italia lo ha chiesto direttamente a Niklas Lindahl.

Cosa significa essere il top manager di un’azienda in una condizione di mercato così incerta?

“Significa essere in grado di adattarsi ai mutamenti e di cambiare velocemente le strategie senza allontanarsi dagli obiettivi prefissati nel lungo termine. Esiste un motto utilizzato dagli U.S. Marines che penso dica tutto ‘Adapt, improvise and overcome’, ovvero:
Adapt: ci saranno sempre nuove regole e norme a cui occorre adattarsi. È importante, in qualità di manager, ascoltare il proprio team per poter prendere le giuste decisioni. Ho il privilegio di avere uno staff estremamente competente e collaborativo che mi dice cosa pensa e più di una volta mi ha fatto cambiare idea. Questo è ciò che un top manager deve essere in grado di accettare: la possibilità di poter sbagliare.
Improvise: ogni giorno si presentano nuove sfide, io arrivo in ufficio organizzando la mia giornata sulla base degli impegni fissati in agenda, ma quando si presenta un nuovo problema e non ho la soluzione a portata di mano, devo essere veloce a improvvisare e ad agire. Mai rimanere passivo, occorre sempre essere pronti a prendere l’iniziativa.
Overcome: adeguarsi e improvvisare ti permette di superare gli ostacoli. Mai mollare, proseguire senza ascoltare consigli negativi e non attuabili. Non c’è nulla che sia impossibile, serve solamente più tempo e maggiore impegno”.

 

 

 

In Italia in molte Pmi la figura dell’imprenditore coincide spesso con quella del top manager, ma in realtà gestire un’azienda come imprenditore non è la stessa cosa che gestirla come manager. Vista la sua ampia esperienza quali sono le differenze nella gestione di un’azienda come imprenditore e come manager?

“Questa è una domanda che mi pongono spesso; come manager devi guidare l’azienda come fosse tua. Non intendo dire che tu abbia la responsabilità di ogni decisione, perché questo è il compito della proprietà e del Cda, ma è poi tuo dovere, nel ruolo di manager, essere fedele alle decisioni stabilite e guidare l’azienda rispettandone lo spirito e l’intento dei titolari. Come manager non devi obbligatoriamente essere d’accordo con ciò che i tuoi superiori decidono, ma occorre essere leale e dedito all’attuazione di quella decisione come se fosse tua.
La correttezza nei confronti dei superiori ritengo sia fondamentale per lavorare in un’azienda, la lealtà verso i proprietari è fondamentale. Questo è lo standard che ho fissato per me, io sono leale al 100% verso il board della mia azienda e mi aspetto che lo siano anche tutti i componenti del mio team.
Come imprenditore, invece, è diverso: sei responsabile di tutto e, se sbagli, l’azienda fallisce. Quando si crea la propria azienda, il livello di stress è molto più alto, soprattutto nel momento in cui si investono i risparmi di una vita.
Quando ho creato la mia prima azienda, ho vissuto cinque anni sotto stress e pressioni costanti, lavorando 80 ore a settimana, ma ero convinto che il modello di business fosse quello giusto, come dimostrato dal fatto che cinque anni dopo l’ho venduta. Sono orgoglioso di ogni posto di lavoro che ho creato, di ogni persona che ho aiutato a trovare un impiego e per le oltre 500 Pmi che ho aiutato a crescere”.

Come si implementa una visione imprenditoriale nelle strategie di business?

“È molto semplice: una volta che hai la visione di un prodotto o di un servizio hai bisogno di capire come confezionarlo e venderlo. Se non lo vendi, allora è inutile. Non concordo con quelle startup che prevedono nel loro business plan di perdere soldi per cinque anni prima di diventare profittevoli.
Se hai bisogno di cinque anni per iniziare a guadagnare, allora c’è chiaramente qualcosa di sbagliato nel prodotto, nella visione imprenditoriale o nella strategia. Occorre essere in grado di gestire l’azienda sulla base del flusso di cassa, se il flusso di cassa è positivo significa che il modello di business va bene.
Se il fatturato è alto, ma non hai liquidità sul conto, allora qualcosa non va”.

Fino a che punto è importante considerare e sviluppare la dimensione etica nel business?

“L’etica è tutto. È ciò che mi guida e mi fa dormire sonni tranquilli a fine giornata”.

Quali sono i suoi prossimi obiettivi professionali?

“Assicurarmi che LeoVegas Italy continui a crescere in modo responsabile sul mercato italiano, che il mio management sia soddisfatto dei risultati che il mio team sta producendo e che gli investitori siano orgogliosi. La mia priorità è rispettare la fiducia che il consiglio di amministrazione mi ha dato, comportandomi lealmente ed eticamente”.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di luglio/agosto del magazine Wall Street Italia.