Come anticipato, il Tesoro Usa ha evitato di definire la Cina come una manipolatrice di valuta, anche se guarda con preoccupazione all’indebolimento dello yuan, che ha perso il 7% contro il dollaro da metà giugno.
In un comunicato che ha accompagnato il rapporto semestrale del Tesoro, il segretario Steven Mnuchin ha spiegato che
“la mancanza di trasparenza e la recente debolezza delle valuta cinese sono fonte di particolare preoccupazione”.
Nel suo rapporto il Tesoro ha confermato altri cinque Paesi, oltre alla Cina, le cui pratiche valutarie richiedono attenzione: si tratta di Germania, India, Giappone, Corea del Sud e Svizzera.