Pubblica Amministrazione, anche per i dirigenti arriva la fine del posto fisso
Sarà graduale ma anche per i dirigenti della Pubblica Amministrazione arriverà il momento di dire addio al posto fisso. Lo prevede uno dei cinque decreti attuativi della riforma della pubblica amministrazione che hanno ottenuto il via libera del Consiglio dei Ministri riunitosi ieri sulla materia. I cinque argomenti presenti nel pacchetto di riforme sono dirigenza pubblica, servizi locali, camere di commercio, Scia-2 e enti di ricerca. Esso diventa ora pressoché definitivo dopo l’approvazione del governo successiva a un lungo iter legislativo (Consiglio di Stato, Parlamento e Conferenza Unificata).
Abbiamo scritto “pressoché” definitivo e non completamente perché, stranamente, in un provvedimento – quello più delicato sui dirigenti – sono stati lasciati aperti spazi per eventuali modifiche al testo prima che venga iscritto in Gazzetta Ufficiale. Il nuovo sistema, criticato dai diretti interessati, prevede tre incarichi unici della durata di quattro anni – per la Pubblica Amministrazione statale, Regionale e locale. Chi rimane senza una posizione dopo la fine del mandato, perderà una parte delle retribuzioni (la componente variabile, che può arrivare fino al 60% dello stipendio totale) e sarà ricollocato quando si aprirà un nuovo posto.
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