Bank of Canada: alza stima Pil 2023 a +1,4%
La Bank of Canada ha recentemente aggiornato le sue previsioni di crescita per il 2023, passando dall’1,0% stimato a gennaio al nuovo valore del 1,4%. Nel suo Rapporto trimestrale sulla politica monetaria, l’istituto ha inoltre evidenziato un minor rischio di recessione per l’anno in corso.
Per quanto riguarda l’inflazione, la banca centrale canadese prevede un rapido calo fino al 3% entro la metà del 2023, ma ritiene che il target del 2% non verrà raggiunto prima della fine del 2024. A gennaio, l’istituto si era limitato a sostenere che l’inflazione sarebbe scesa al 2% nel 2024.
La Bank of Canada ha affermato che la crescita annualizzata raggiungerà il 2,3% nel primo trimestre, per poi attestarsi a meno dell’1,0% per il resto del 2023. “La crescita trimestrale dovrebbe essere debole per il resto dell’anno, per poi riprendersi gradualmente nel corso del 2024”, ha dichiarato l’istituto.
Infine, ha ridotto la previsione di crescita per il 2024 all’1,3%, rispetto all’1,8% stimato a gennaio, e prevede un’espansione economica del 2,5% nel 2025.
Breaking news
Apertura piatta per Wall Street in seguito ai dati sull’inflazione e all’annuncio di un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina. Il mercato osserva con attenzione l’aumento dei prezzi al consumo e le performance degli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha accolto positivamente l’accordo con la Cina, ma ha confermato che i dazi rimarranno. In un post su Truth Social, Trump ha dichiarato che le relazioni tra Washington e Pechino sono “eccellenti” e che gli Stati Uniti riceveranno un totale di dazi del 55%.
L’inflazione negli Stati Uniti ha mostrato segnali di rallentamento a maggio, registrando un aumento dello 0,1% su base mensile, inferiore alle aspettative degli analisti. Questo dato, pubblicato dal Bureau of Labour Statistics, riflette una crescita annua del 2,4%, leggermente superiore al mese precedente ma al di sotto delle previsioni di mercato. Anche il ‘core’ rate ha segnato un incremento minore del previsto, il che potrebbe influenzare le decisioni della Federal Reserve.
Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono aumentate del 12,5% dopo tre settimane di calo, con i tassi d’interesse medi stabili. Le domande di rifinanziamento dei mutui sono salite del 15,6% rispetto alla settimana precedente, mentre quelle per l’acquisto di case sono cresciute del 10,3%.