Il mercato italiano dimostra il maggiore potenziale in Europa per lo sviluppo dei sistemi di contrattazione elettronica.
Un recente studio della societa’ di ricerca Frost & Sullivan sottolinea infatti che, nonostante al momento l’Italia sia il fanalino di coda, le banche e le societa’ di brokeraggio milanesi stanno particolarmente risentendo di una cultura dell’investimento che si e’ diffusa in Europa. La crescita dell’Italia come potenza finanziaria e’ quindi legata ai futuri sistemi di contrattazione digitale adottati dalle banche.
Al momento in Europa il Regno Unito e’ leader del mercato dell’ETS – electronic trading systems- valutato complessivamente $2,6 miliardi, ma Frost & Sullivan prevede che gli scambi elettronici di titoli, derivati, e altri strumenti finanziari possano raggiungere i $24 miliardi nel 2006 e che la concorrenza e’ aperta.
La domanda di sistemi elettronici da parte dell’industria mobiliare e’ destinata a crescere, resa necessaria dalla fusione dei mercati, dallo sviluppo della tecnologia e dall’aumento delle contrattazioni, ma questo cambiera’ anche la struttura degli scambi europei.
Nel prossimo futuro i nuovi modelli permetteranno l’accesso al sistema via Internet e i costi dovranno essere per contrattazione e non piu’ a licenza e anche la posizione geografica diverra’ irrilevante per i mercati ETS.
Gia’ parecchie societa’ di diverso tipo sono entrate nel mercato dei sistemi di contrattazione elettronica: Bloomberg e Reuters dei servizi di informazione, Unisys e Sema tra i fornitori di servizi digitali, Misys e Sungard tra le societa’ di software; ed ora si sta facendo strada Internet.