
Fonte: Lorenza Pigozzi
Viviamo in un’epoca in cui il digitale e il fisico si fondono, ridefinendo non solo i modelli di business, ma anche i confini stessi della competitività. La comunicazione aziendale non è più solo una funzione di supporto, ma una leva strategica per navigare in un contesto sempre più turbolento, dove le minacce informatiche, le campagne di disinformazione e le guerre cyber ridefiniscono il concetto di sicurezza industriale.
Il futuro della comunicazione aziendale si giocherà sulla capacità di anticipare scenari, proteggere la reputazione e rispondere con rapidità alle sfide di un mondo sempre più “AI-assisted”. L’intelligenza artificiale è diventata lo strumento per trasformare l’asimmetria in vantaggio, per passare da una difesa passiva a un presidio attivo del posizionamento aziendale. Questa intervista con Lorenza Pigozzi, direttore comunicazione strategica del gruppo Fincantieri, ci porta dentro questa rivoluzione, raccontando come l’IA sta ridisegnando il nostro modo di raccontare, proteggere e innovare.
Pigozzi, come è nata l’idea di utilizzare questa tecnologia nelle vostre attività?
L’adozione dell’intelligenza artificiale in Fincantieri non è un fatto isolato, ma un passaggio strategico che ha ridefinito l’intero approccio alla comunicazione del Gruppo. Oggi non basta più trasmettere un messaggio. È necessario gestire un flusso continuo di dati, anticipare scenari e creare contenuti per rispondere alle esigenze mutevoli del pubblico. Abbiamo trasformato la comunicazione aziendale in un ecosistema dinamico, dove questa tecnologia aiuta a individuare opportunità di engagement ancora prima che emergano, adattando le strategie in tempo reale.
Da quanto tempo state utilizzando questa tecnologia e come è stata accolta?
Abbiamo iniziato nel 2023 con una fase pilota per il supporto alla generazione di contenuti testuali e visuali per i nostri canali digitali, permettendoci di triplicare l’engagement sui social. Contemporaneamente, abbiamo implementato un sistema di monitoraggio reputazionale automatizzato che ha liberato risorse per attività più analitiche e strategiche.
Nel 2024, siamo andati oltre. Abbiamo introdotto Digital Avatar e sintetizzatori vocali per superare le barriere linguistiche e migliorare l’accessibilità delle informazioni per la comunicazione interna. Inoltre, stiamo pensando di utilizzarla per poter informare l’azienda attraverso formati broadcast. Parallelamente, stiamo sviluppando podcast formativi sulla cultura dell’AI per sensibilizzare e formare le persone sulle sue potenzialità e sul suo impatto nel settore industriale e comunicativo.
L’AI è stata sviluppata con un approccio partecipativo: abbiamo coinvolto i team, creato percorsi di formazione e costruito un ambiente in cui la tecnologia è percepita come una leva per aumentare il valore del lavoro umano, non per sostituirlo.
Come è cambiata la comunicazione strategica con l’intelligenza artificiale?
Questa tecnologia ha cambiato il modo in cui affrontiamo la comunicazione. Internamente, ha reso la gestione delle informazioni più fluida: ora intercettiamo in tempo reale segnali deboli provenienti dal mercato e rielaboriamo le strategie in maniera più efficace.
Sul fronte esterno, abbiamo potenziato la capacità di interazione con stakeholder e pubblico grazie a un uso più intelligente dei dati. L’AI ci permette di personalizzare i contenuti, di ottimizzare la distribuzione sui canali più adatti e di creare messaggi mirati per ciascun segmento, dalla comunità finanziaria a quella istituzionale, giornalistica e tecnica. Collaboriamo con altri player per sviluppare soluzioni di AI generativa pensate per il settore navale, oltre a lanciare l’Innovation Antenna a San Francisco, un hub che esplora le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale e della cybersecurity.
Consiglierebbe ad altri colleghi questa tecnologia, quali sono i vantaggi?
Senza dubbio, ma solo se si è pronti a una trasformazione culturale oltre che tecnologica. Non stiamo parlando di un plug-in da installare, ma un motore di cambiamento che impatta su processi, ruoli e competenze. Permette di prendere decisioni più rapide e informate grazie alla capacità di elaborare enormi volumi di dati in tempo reale. Ottimizza l’efficienza, riducendo il tempo dedicato alle attività ripetitive e aumentando la capacità di risposta in scenari complessi.
Ma soprattutto, trasforma il ruolo della comunicazione da funzione operativa a leva strategica.

Una lunga esperienza nel mondo della comunicazione
Lorenza Pigozzi è Executive Vice President e Group Corporate Strategic Communication Director di Fincantieri. In questo ruolo, definisce e implementa le strategie di comunicazione finalizzate a rafforzare la reputazione e il posizionamento internazionale dell’azienda. In qualità di portavoce, coordina tutte le attività di comunicazione corporate, assicurandone il pieno allineamento con gli obiettivi strategici del Gruppo, le dinamiche di mercato e il contesto geopolitico, contribuendo a consolidare l’influenza globale di Fincantieri.
Prima di entrare in Fincantieri, ha trascorso 22 anni in Mediobanca, ricoprendo il ruolo di Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali. In questa posizione, ha guidato lo sviluppo della strategia di comunicazione e il consolidamento della reputazione del Gruppo. In precedenza, ha maturato una solida esperienza nei mercati finanziari e nella corporate strategy, lavorando per sette anni come analista presso Lazard e Banca IMI.
Lorenza Pigozzi è membro di diversi c.d.a., tra cui Fondazione Fincantieri, Fondazione Med-Or, Vard, NexTech, E-phors, IDS e Auditel. Ricopre la carica di Presidente di Operae Interiors ed è membro del comitato direttivo di Upa. Per cinque anni consecutivi, The Holmes Report’s Influence 100 l’ha riconosciuta tra i chief communications officer più influenti a livello globale.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di marzo 2025 del magazine Wall Street Italia. Clicca qui per abbonarti.