Società

Libia: perche’ il governo di Roma non denuncia il trattato e rompe per sempre con Gheddafi?

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Roma – Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha detto che il trattato di amicizia Italia-Libia è «di fatto sospeso». L’Italia, ha aggiunto, non deve essere lasciata sola a causa dell’egoismo dell’Europa del nord: «La nostra volontà è di coinvolgere l’Europa. Va bene le sanzioni, va bene la condanna, ma poi si deve fare carico dell’emergenza – ha detto La Russa intervenendo a Livorno alla cerimonia di saluto al contingente Folgore che dai primi di aprile subentrerà agli alpini della Julia in Afghanistan -.

Di fatto il trattato Italia-Libia (testo integrale del trattato di amicizia, partenariato e cooperazione, firmato a Bengasi il 30 agosto 2008) non c’è già più, è inoperante, è sospeso. Per esempio gli uomini della Guardia di Finanza, che erano sulle motovedette per fare da controllo a quello che facevano i libici, sono nella nostra ambasciata. Consideriamo probabile che siano moltissimi gli extracomunitari che possano via Libia arrivare in Italia, molto più di quanto avveniva prima del trattato». La Russa ha assicurato che se l’Europa deciderà sanzioni contro la Libia l’Italia aderirà e che sarà possibile, come proposto dal ministro inglese della Difesa Fox, organizzare un incontro dei Paesi della Nato a Napoli. L’accordo firmato nel 2008 prevede la cooperazione in campo economico – soprattutto energetico e nel settore delle infrastrutture – e la lotta all’immigrazione clandestina.

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“Non abbiamo motivo di dubbio che il trattato rimanga”. Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa, replicando ai cronisti che in Transatlantico alla Camera gli chiedevano se verrà cambiato il Trattato Italia-Libia. “Avevamo un accordo forte con l’Egitto e lo stanno rispettando – ha aggiunto il ministro – e ci auguriamo che in ogni caso la Libia continui a esserci e non abbiamo motivo di dubbio che il trattato rimanga”. “Il trattato – ha detto ancora – c’é, il problema è la sua applicazione”. E a chi gli chiede del fatto che nel trattato sia prevista la fornitura di armi La Russa replica: “in questo momento non stiamo fornendo armi alla Libia”.

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Denunciare il Trattato di Amicizia Italia-Libia? “Non esageriamo”. Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, frena sull’ipotesi di rompere il trattato di cooperazione tra l’Italia ed il paese nord-africano ormai alle prese con la guerra civile. A chi gli ricorda che il governo si è impegnato per realizzare grandi investimenti in Libia e per la costruzione della autostrada costiera libica, il Senatur replica così: “Sull’autostrada passano i camion italiani – dice – E poi chi lo porta il petrolio”.

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Gheddafi, uno di noi

di Beppe Grillo (clicca sul suo blog)

La meraviglia è una dote degli italiani. La sorpresa di fronte all’impensabile, ma solo perché nessuno ci aveva voluto pensare, è una caratteristica nazionale. Abbasso Gheddafi, il sanguinario dittatore beduino, il genocida del suo stesso popolo, lo stragista di migliaia di libici innocenti. Sì, d’accordo, ma nessuno ha mai detto nulla all’Eni di Scaroni, alla Juventus degli Agnelli, all’Impregilo di Romiti, alla Finmeccanica o all’Unicredit di nonsipapiùchi?

La mamma non li ha informati prima che si sposassero con Gheddafi? Aziende italiane con enormi interessi nella Libia e partecipazioni azionarie dirette da parte del Paese responsabile dell’attentato di Lockerbie. La cittadina scozzese dove morirono le 259 persone del volo Pan Am insieme a 11 abitanti. Il più sanguinario atto terroristico prima delle Torri Gemelle? Qualcuno ha alzato un dito in quarant’anni contro chi ha spogliato di tutti i beni e cacciato da un giorno all’altro come dei cani gli italiani che vivevano in Libia da decenni? Anzi, è avvenuto il contrario.

Gheddafi è stato protetto, riverito, accolto come il garante della mitica Quarta Sponda dell’Italia. Non è un mistero che la sua aviazione militare sia stata addestrata in Italia e neppure che i nostri servizi segreti lo abbiano più volte avvertito di minacce e attentati. Si dice che sfuggì alla morte durante il bombardamento ordinato da Reagan grazie a informatori italiani. Gheddafi è uno di noi, che lo si voglia o meno, che lo si accetti oppure no.

Il baciamano di Berlusconi è solo l’ultimo episodio, il più plateale e indecoroso per gli italiani, di un rapporto lungo decenni. Gheddafi salvò la Fiat alla fine degli anni’ 70 con i suoi capitali, nessuno si indignò. Abbiamo barattato petrolio con armi e assistenza militare, energia con la perdita del pudore della nostra democrazia. E ora, giustamente, ci indigniamo. La meraviglia è dei bambini e degli ipocriti. L’Italia è il Paese delle Meraviglie e dell’Ipocrisia. Gheddafi ha dichiarato che rimarrà fino alla morte. L’Italia perde un suo fedele alleato che ha già rinnegato. Gheddafi? Ma chi lo conosce?