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Occasioni perse, Legrenzi: quando l’incertezza si fa paura

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L’estate che volge al termine può ricordare, in qualche, modo l’esaurimento del ciclo economico espansivo più lungo che si sia mai registrato dal Dopoguerra (grafico in basso). Ancora oggi, nonostante il deciso recupero dei mercati dopo il crollo dello scorso marzo, a dominare è soprattutto un sentimento: l’incertezza. Secondo il professore emerito di psicologia della Ca’ Foscari di Venezia, Paolo Legrenzi, questo sentimento si traduce – specialmente per i risparmiatori più emotivi – in un deciso rigetto del rischio.

Il meccanismo psicologico è abbastanza noto: le perdite, specie se recenti, bruciano molto di più di quanto possano dar benessere i guadagni passati. Il grafico che l’ex professore ha mostrato nel numero di Wall Street Italia di settembre, è quello del boom dei fondi monetari: quest’ultimo, assieme con l’incremento della liquidità sui conti, sarebbe prova lampante del rinnovato bisogno di rifugio cercato dagli investitori.
“Malgrado la riduzione dei tassi negli ultimi cinque anni e in particolare negli ultimi due anni”, ha sottolineato Legrenzi il flusso in entrata dei fondi monetari è prevalso sulle uscite” .

Se prevale il timore

“L’imperativo sembra essere quello di non perdere”, ha scritto Legrenzi, non solo perché, come spesso sottolineato dal professore, l’orizzonte temporale del risparmiatore spesso non riesce ad estendersi a sufficienza, ma anche perché “il timore di incorrere in perdite” ha fatto mancare “a molti la ripresa seguita al picco negativo” di quest’anno.

“A fronte dell’incertezza e dell’attendismo, causati entrambi dai fattori sopra indicati, si può evidenziare la relazione che esiste fra l’ansietà dei mercati misurata tramite il Vix, con la diffusione della forza della pandemia”, ha concluso Legrenzi, “in questa prospettiva non conta tanto il calo degli utili nel 2020, ma la prospettiva di ripresa nel 2021”.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di settembre del magazine Wall Street Italia.