
Senza giovani non c’è futuro. Un concetto semplice ma fondamentale, anche per la consulenza finanziaria, dove una crescita sostenibile non può che passare dalle nuove generazioni e dalla valorizzazione del loro talento
In prima fila in questo processo di sviluppo del talento dei private banker più giovani c’è Banca Generali, che ha scelto di percorrere questa strada affidandosi al lavoro di squadra e alle competenze interne. Un percorso dove attraverso la pratica quotidiana e i programmi di formazione le eccellenze della rete e i professionisti senior si mettono in gioco per trasmettere ai colleghi più junior il loro patrimonio di conoscenza e valori.
Negli ultimi anni la quota di inserimenti under 40 nella private bank del Leone è aumentata di anno in anno. Nei primi 10 mesi del 2024, la rete diretta dal vicedirettore generale Marco Bernardi ha inserito oltre 150 consulenti, con un’età media di 45 anni. Gli under 45 sono stati più di settanta. E dal 2021, nessuno dei nuovi giovani banker ha abbandonato la professione. Un risultato rivendicato con orgoglio da Bernardi.
Incontri con le università.
Per intercettare i giovani talenti già nei loro anni di formazione, Banca Generali porta avanti con alcune delle maggiori università italiane, come Liuc – università Cattaneo o il politecnico di Milano incontri e percorsi dedicati agli studenti, per illustrare loro la professione della consulenza finanziaria, i suoi valori e la sua missione. Il lavoro per trovare i talenti passa anche dal territorio, con la struttura della private bank che promuove eventi mirati a illustrare ai giovani cosa significa essere un private banker e il ruolo del settore nella comunità.
“I giovani talenti non vanno solo attratti e reclutati, ma anche coltivati e protetti, aiutandoli a rialzarsi dagli insuccessi che, è inevitabile, caratterizzano ogni percorso di crescita. In questo senso crediamo che sia fondamentale usare lo strumento del team, per grado di assicurare crescita professionale ai banker più giovani e supporto alle figure più senior. È un travaso di know-how ed esperienza, che combina formazione e collaborazione, a vantaggio dell’intera rete”, spiega il vice-direttore generale di Banca Generali.
Il lavoro in team.
I team della banca del Leone, formati da un minimo di due banker a un massimo di quattro, coinvolgono ormai circa il 20% della rete. “Un modello che si sta evolvendo fino ad assumere anche i tratti di vere e proprie piccole boutique con un’esperienza ad ampio spettro e le esigenze del cliente al centro”, spiega Bernardi. Non è un caso che negli Usa, secondo uno studio di Cerulli Associates, i team siano più produttivi, con una media di 100 milioni di dollari di AuM per consulente, rispetto ai 72 milioni di dollari di chi lavora in solitaria. E gli stessi dati mostrano una dimensione media del portafoglio per singolo cliente di 1,6 milioni di dollari, rispetto al milione di dollari medio del cliente tipo dei solisti.
Programmi di formazione dedicati.
Per sviluppare il talento dei giovani non c’è però solo il quotidiano lavoro in team, ma anche programmi ad hoc di formazione. I diversi programmi della banca nel 2024 hanno erogato ai consulenti 146.966 ore di studio, con 62 ore in media di formazione per banker e 270 giornate dedicate. “E poi il progetto BG People, sotto la supervisione di un Sales Manager strategico di grande esperienza, come Massimiliano Ruggiero, che ha nella promozione e sviluppo del talento la sua missione specifica”, spiega ancora Bernardi. Un progetto nato per dedicare al passaggio generazionale del talento tra i banker la stessa cura che i professionisti hanno per quello dei clienti.
“Abbiamo formato una squadra che comprende professionisti di grande esperienza della rete di Banca Generali, trainer che porteranno avanti percorsi triennali di mentorship sul territorio, offrendo quel sostegno quotidiano che solo i banker d’esperienza possono offrire. Uno ‘human touch’ che deve affiancare il supporto economico, il percorso di formazione, il brand riconosciuto e la completezza dell’offerta di prodotti e servizi che offriamo ai nuovi giovani ingressi”, aggiunge il top manager. In poco più di dieci anni “abbiamo più che quadruplicato le nostre masse, un dato che parla chiaro della nostra capacità di far crescere i talenti. E questo grazie al valore unico che sappiamo dare all’asset più importante in questo lavoro: le persone”, conclude Bernardi.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di maggio 2025 del magazine Wall Street Italia. Clicca qui per abbonarti.