
Tra le profonde discontinuità strutturali che stanno caratterizzando il contesto in cui l’Unione Europea deve ridefinire il suo modello di sviluppo e crescita non viene data sufficiente attenzione ai trend demografici e in particolare all’invecchiamento della popolazione e sul quale dovrebbe avviarsi una riflessione profonda sotto diversi profili: gli impatti sulla crescita e sulla produttività, le finanze pubbliche, ed anche i mercati finanziari.
Andare verso scelte più consapevoli.
In questa breve nota si vuole aprire un dibattito su quali possano essere gli strumenti in particolare quelli offerti dal mercato finanziario per rispondere ad alcuni dei problemi individuati. In particolare, occorre dare una risposta ai fabbisogni dei giovani cittadini, europei e italiani, che si affacciano oggi al mercato del lavoro e le cui prospettive in termini di sicurezza previdenziale sono a rischio proprio a causa dei trend demografici.
Molto si scrive in tema di tutela del risparmio e in particolare dei piccoli risparmiatori, ma anche la tutela delle prospettive economiche nella fase successiva all’uscita del mondo del lavoro è una forma di tutela del risparmio ugualmente importante se non prioritaria.
Sicuramente vi è anche un elemento culturale da considerare che non fa correttamente individuare l’importanza per i giovani di cominciare a investire con adeguate modalità progressive un portafoglio ben diversificato di strumenti finanziari.
Di norma l’aspirazione dei genitori è quella di poter aiutare i figli nell’acquisto della loro prima casa, ma proprio alla luce dei trend demografici c’è da chiedersi se sotto un profilo finanziario questa sia la scelta migliore anche in considerazione della maggiore mobilità del mondo del lavoro che può portare i giovani a trovare impieghi più rispondenti alle loro aspirazioni in luoghi distanti da quelli dove viene acquistata l’abitazione dai genitori.
L’alternativa potrebbe essere che le stesse somme risparmiate e destinate all’acquisto di una abitazione per i figli fossero destinate a specifici prodotti finanziari costruiti per assicurare in prospettiva non solo un patrimonio ma un reddito che possa integrare o addirittura sostituire le forme pensionistiche pubbliche nella fase in cui i giovani di oggi lasceranno il mercato del lavoro.
Un aiuto anche per ridurre il debito pubblico.
Un secondo profilo connesso con questo tema è anche quello dell’equilibrio delle finanze pubbliche e della necessità di avere sistemi di previdenza pubblica sostenibili nel lungo periodo, cosa oggi messa in discussione proprio dagli andamenti demografici.
Alla luce di queste circostanze, di seguito si prova ad indicare quali sono le aree su cui la riflessione dovrebbe essere aperta.
Innanzitutto, occorre valutare quali sono oggi gli strumenti disponibili sul mercato per rispondere alle esigenze individuate e comprendere i motivi di un loro ridotto sviluppo. Certamente una leva fondamentale è il trattamento fiscale si è sperimentato ad esempio come la leva fiscale abbia rappresentato un importante elemento di successo per i cosiddetti Pir.
In secondo luogo, occorrerebbe valutare le modalità con cui rendere compatibili o eventualmente anche alternativi gli strumenti di previdenza privata e gli strumenti di previdenza pubblica.
In terzo luogo, data l’importanza per la tutela del risparmio e della stabilità finanziaria complessiva del sistema delle famiglie, le modalità di regolamentazione e di vigilanza di tali strumenti, immaginando un approccio più sinergico e coordinato delle diverse autorità di regolamentazione e vigilanza. Sotto questo profilo è la dimensione comunitaria che rileva per fornire un quadro normativo omogeneo, semplice ed efficiente e volto anche a rimuovere gli ostacoli che ad esempio oggi ancora non fanno decollare il prodotto pensionistico europeo. E’ ugualmente necessaria una forte azione di educazione finanziaria per far comprendere l’importanza della corretta allocazione del risparmio in particolare quello di lungo periodo, come appunto il risparmio previdenziale ai piccoli risparmiatori e alle famiglie europee.
Lo sviluppo del mercato dei capitali.
Un’ultima considerazione riguarda anche i vantaggi che deriverebbero dallo sviluppo di servizi e prodotti finanziari volti a soddisfare queste esigenze anche per il mercato dei capitali. Tuttavia, qui mi sembra opportuno sottolineare come i termini del problema talvolta vengano presentati in modo invertito e cioè si pone l’obiettivo dello sviluppo del mercato dei capitali come primario e l’esistenza anche di forme che convogliano il risparmio previdenziale verso il mercato dei capitali come una condizione per lo sviluppo di tale mercato. Data l’importanza del tema per la tutela del risparmio e delle esigenze economiche di lungo periodo delle famiglie, occorre dare primaria importanza allo sviluppo di questi prodotti e servizi finanziari/previdenziali e considerare poi benefici che ne avrebbe anche il mercato dei capitali come un secondo obiettivo non meno importante ma non prioritario.
In conclusione, sembrerebbe necessario sia a livello nazionale che a livello europeo un confronto serrato tra settore pubblico e settore privato per dare un’adeguata risposta ai rischi, anche finanziari, che l’invecchiamento della popolazione e i trend demografici pongono rispetto alla tutela delle prospettive economiche di vita dei nostri giovani.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di gennaio 2025 del magazine Wall Street Italia. Clicca qui per abbonarti.