JP Morgan e Morgan Stanley alla prova trimestrali: come sono andate le divisioni wealth management

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Si apre ufficialmente la stagione delle trimestrali in USA. Ad alzare il velo sui conti oggi le grandi banche d’affari, tra cui JPMorgan Chase e Morgan Stanley.
Il contesto economico è particolarmente difficile con la guerra dei dazi in corso tra gli Stati Uniti e i suoi partner commerciali e nonostante la pausa di 90 giorni annunciata dal Presidente Trump per l’entrata in vigore delle tariffe reciproche, tranne per la Cina, i mercati continuano ad essere in preda alla volatilità, mandando in fumo milioni di dollari.
E a tal proposto il CEO di Jp Morgan, Jamie Dimon, lancia l’alert: l’economia statunitense deve affrontare “notevoli turbolenze”. Entriamo nel dettaglio e vediamo più da vicino come è andato il primo trimestre del nuovo anno per le due banche.
JP Morgan: crescono i ricavi dell’investment banking
Partendo da Jp Morgan, il colosso bancario ha chiuso il primo trimestre del 2025 con un utile per azione (EPS) di 5,07 dollari su un fatturato di 45,31 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 4,44 e 41,93 miliardi di dollari di un anno fa.
Il risultato ha sorpreso gli analisti che si aspettavano 4,64 dollari e 43,55 miliardi di dollari, secondo le stime compilate da Visible Alpha. In Borsa, le azioni di JPMorgan sono salite del 3% subito dopo la pubblicazione della trimestrale e negli ultimi dodici mesi hanno incassato un +16%.
La divisione asset e wealth management ha dichiarato un patrimonio in gestione di 4,1 trilioni di dollari al 31 marzo, con un aumento del 15% su base annua, ma solo del 2% rispetto ai 4 trilioni di dollari alla fine del quarto trimestre.
In merito alla divisione di Banking & Payments, i ricavi sono stati di 8,8 miliardi di dollari, in crescita del 4%. Nel dettaglio i ricavi di Investment Banking sono stati di 2,3 miliardi di dollari, in crescita del 2%, mentre le commissioni di Investment Banking sono state di 2,2 miliardi di dollari, in crescita del 12%.
“Nel settore CIB, le commissioni di Investment Banking sono aumentate del 12% nel primo trimestre, sebbene i clienti siano diventati più cauti a causa dell’aumento della volatilità del mercato causato dalle tensioni geopolitiche e commerciali – ha detto il CEO Jamie Dimon – Nel frattempo, abbiamo assistito a una maggiore attività nel settore Markets. I ricavi di Markets sono saliti a 9,7 miliardi di dollari, un trimestre eccezionalmente positivo con ricavi record nel settore azionario. Nel settore CCB, la divisione ha continuato ad acquisire nuovi clienti a un ritmo sostenuto, aprendo 500.000 nuovi conti correnti netti e aggiungendo un numero record di nuovi investitori nella gestione patrimoniale. Infine, AWM ha registrato una solida raccolta netta di AUM di 90 miliardi di dollari e la performance degli investimenti è rimasta solida”.
Jamie Dimon cauto sull’economia: “Ci prepariamo a diversi scenari”
L’amministratore delegato di JPMorgan, Jamie Dimon, ha citato i buoni risultati ottenuti nel trading, nel consumer banking e nella gestione patrimoniale, ma ha anche espresso una nota di cautela sull’economia in generale. I mercati hanno subito violente oscillazioni da quando il presidente Donald Trump ha inasprito le tensioni commerciali globali la scorsa settimana.
“L’economia sta affrontando notevoli turbolenze (anche geopolitiche), con i potenziali positivi della riforma fiscale e della deregolamentazione e i potenziali negativi dei dazi e delle “guerre commerciali”, l’inflazione persistente, gli elevati deficit fiscali e i prezzi degli asset e la volatilità ancora piuttosto elevati. Come sempre, speriamo per il meglio ma prepariamo lo Studio a un’ampia gamma di scenari”.
Morgan Stanley: ricavi da Wealth management in crescita
Non solo JP Morgan. Anche un’altra grande banca d’affari americana, la Morgan Stanley, ha alzato il velo sui conti trimestrali. Nel dettaglio i ricavi della gestione patrimoniale sono aumentati del 6% a 7,33 miliardi di dollari, in linea con le stime.
La società ha dichiarato che gli utili sono aumentati del 26% a 4,32 miliardi di dollari, o 2,60 dollari per azione, mentre i ricavi sono saliti del 17% al livello record di 17,74 miliardi di dollari. Il trading azionario è stato l’elemento di spicco di questo trimestre, in quanto i ricavi sono balzati del 45% a 4,13 miliardi di dollari, circa 840 milioni di dollari in più rispetto alle stime di StreetAccount.
La banca ha dichiarato che i suoi risultati azionari sono stati forti in tutto il suo portafoglio, ma in particolare in Asia e nelle operazioni che si occupano di hedge fund, “grazie alla forte attività dei clienti in un contesto di trading più volatile”.
Il trading a reddito fisso è salito del 5% a 2,6 miliardi di dollari, sostanzialmente in linea con le stime di StreetAccount. L’investment banking è salito dell’8% a 1,56 miliardi di dollari, appena sotto le stime di 1,61 miliardi di dollari. Le azioni di Morgan Stanley, come quelle dei suoi colleghi, hanno subito un’oscillazione negli ultimi giorni a causa delle politiche commerciali del presidente Donald Trump, che hanno aumentato i timori di una recessione negli Stati Uniti. La massiccia attività di gestione patrimoniale della banca è stata favorita dagli alti valori del mercato azionario nel primo trimestre, che gonfiano le commissioni di gestione incassate.