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Intelligenza artificiale: quali sono le quotate italiane che operano nel settore

L’Intelligenza Artificiale rappresenta una delle tecnologie più disruptive e strategiche per le imprese di tutto il mondo, Italia compresa. L’AI sta prendendo piede in modo sempre più solido, trasformando modelli di business, servizi offerti e persino il rapporto con i clienti.
Così emerge dalla 2ª edizione dell’Osservatorio ECM AI, realizzato da IR Top Consulting e Banca Generali, che analizza l’Artificial Intelligence nel panorama italiano delle PMI del mercato Euronext Growth Milan e dell’ecosistema di startup, mettendo al centro dell’attenzione il tema della competitività nel confronto con la tecnologia.

AI: le quotate dove è più presente

Ebbene dallo studio emerge che delle 204 società quotate sull’EGM al 30 aprile 2025, sono state individuate 25 imprese in cui l’Intelligenza Artificiale non è un semplice supporto tecnico, ma rappresenta una componente strategica del modello di business. L’analisi ha distinto due approcci principali: da un lato ci sono le società per cui l’AI costituisce il vero cuore dell’attività, cioè quelle che basano principalmente i propri prodotti o servizi su tecnologie intelligenti. Dall’altro lato ci sono le aziende che utilizzano l’AI come leva per arricchire la propria offerta, integrando queste soluzioni all’interno di un ecosistema più ampio, senza però farne il fulcro della propria identità.

Nel primo gruppo, quello delle società per cui l’AI rappresenta il core business, troviamo sei aziende. Si tratta di realtà che hanno costruito la loro proposta commerciale attorno allo sviluppo e alla vendita di soluzioni basate interamente su Intelligenza Artificiale. In questi casi, la tecnologia non è accessoria, ma è il prodotto stesso. Dall’elaborazione semantica al machine learning, dalla cybersecurity alla data science, queste imprese offrono servizi altamente specializzati, rivolgendosi sia al mercato enterprise sia al settore pubblico e alla PA. Tra queste figurano 6 società: Almawave, Creactives Group, Cyberoo, Datrix, Expert.ai, Mare Group.

Il secondo gruppo, più numeroso, è composto da diciannove aziende che impiegano l’Intelligenza Artificiale in modo significativo, pur non essendo interamente focalizzate su di essa. Per queste imprese, l’AI rappresenta una leva competitiva, un valore aggiunto che contribuisce a potenziare i loro servizi o a renderli più innovativi.
Ad esempio, molte di loro utilizzano algoritmi intelligenti per migliorare la customer experience, automatizzare processi documentali, ottimizzare il marketing o analizzare grandi volumi di dati in tempo reale. In questi casi, l’AI è integrata nel flusso operativo o nei prodotti venduti, ma non è necessariamente il perno attorno a cui ruota l’intero business model. Tra queste figurano 19 società: Cloudia Research, Digitouch, Doxee, E-Novia, eVISO, Fae Technology, IDNTT, MAPS, Reti, SIAV, Solid World Group, Spindox, Sostravel.com, Star7, Tecma Solutions, Vantea Smart, Yakkyo e Websolute.

È importante sottolineare che lo studio ha volutamente escluso tutte quelle aziende che si limitano a “usare” l’Intelligenza Artificiale per scopi interni, come l’ottimizzazione dei processi produttivi o l’automazione delle attività amministrative, senza però trasferire queste innovazioni ai propri clienti. La selezione si è dunque concentrata su quelle imprese in cui l’AI è anche una proposta di valore esterna e vendibile.

Le società distinte per market cap

Dal punto di vista economico, le 25 società AI identificate sull’EGM rappresentano una fetta interessante del mercato. La loro capitalizzazione complessiva raggiunge 1,1 miliardi di euro, a fronte dei 7,8 miliardi totali dell’intero mercato EGM. Inoltre, in fase di quotazione, queste imprese hanno raccolto complessivamente 190 milioni di euro, con una media di 7,6 milioni per ciascuna, un dato in linea con la media generale del mercato, al netto delle SPAC. Questo dato conferma che l’interesse degli investitori per il settore dell’AI è concreto e allineato alle potenzialità offerte da queste tecnologie.

Lombardia polo dell’innovazione

Anche la distribuzione geografica delle imprese AI mostra un quadro chiaro: la Lombardia si conferma come il principale polo italiano dell’innovazione, ospitando il 36% delle società AI quotate. Seguono l’Emilia Romagna, con il 16%, e il Veneto con il 12%. Questo conferma la centralità del Nord Italia nel panorama tecnologico nazionale, dove si concentrano risorse, competenze e un ecosistema favorevole allo sviluppo di startup e PMI innovative.

Lo studio non si è limitato alle sole società quotate. L’Osservatorio ECM AI ha infatti condotto anche un’analisi su 65 realtà operanti nel mercato privato, selezionando 39 imprese ritenute ad alto potenziale per gli investitori. Anche in questo caso è stata mantenuta la distinzione tra chi fa dell’AI il proprio core business e chi la utilizza come elemento integrato nella proposta di valore.
Delle 39 società selezionate, ben 25 sono aziende in cui l’Intelligenza Artificiale è la base dell’attività: offrono soluzioni interamente costruite su tecnologie intelligenti, spesso proprietarie, e si rivolgono a settori che spaziano dalla finanza alla sanità, dal marketing alla produzione industriale. Le restanti 14 aziende, invece, integrano l’AI nei loro prodotti o servizi esistenti, aggiornandoli e migliorandoli grazie all’intelligenza artificiale.
Anche nel mercato privato emerge con forza la centralità del Nord Italia, che ospita il 69% delle aziende selezionate. Questo dato non sorprende, vista la presenza concentrata di poli universitari, centri di ricerca, incubatori, acceleratori e fondi di investimento proprio nelle regioni settentrionali.