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Formazione e impresa: investire in soft skills

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di Giovanni Sebastiano Cozza

La situazione in Italia e il raffronto con la realtà europea. I finanziamenti e come iniziare a sviluppare le soft skills nell’impresa

Partiamo da un dato positivo. Negli ultimi 3 anni la spesa per la formazione professionale dei lavoratori in Italia ha registrato un aumento di investimenti pari al 13,6%. E ora la “cattiva” notizia: se guardiamo alla media europea, siamo ancora molto distanti dallo standard di molti dei paesi dell’Unione, che investono cifre da 4 a 5 volte superiori a quelle del nostro paese. Quel poco che si investe in Italia è destinato prevalentemente alla formazione tecnica, più raramente ai soft skills. Non è così, invece, nella cultura anglosassone, che vede i soft skills come un tool indispensabile per il proprio lavoro, come fosse un pc o uno smartphone. Per fortuna, nella mia esperienza ho incontrato anche in Italia manager illuminati che hanno compreso il valore della formazione delle competenze “soft”.

Due esempi virtuosi di investimento e formazione in soft skills

Il primo esempio virtuoso. Il primo è quello dell’Aeronautica Militare. L’Aeronautica Militare ha una struttura altamente specializzata in ambito risorse umane: ISMA, l’ente di formazione per ufficiali. Utilizzando un modello di leadership manageriale molto semplice, aiutiamo gli ufficiali superiori a migliorare la loro comunicazione con i sottoposti con un beneficio di efficienza per tutta la struttura, che consta di circa 45.000 persone. Insegniamo a utilizzare un linguaggio che sia autorevole e non autoritario: stellette o non, ci si è accorti che il primo stile produce risultati migliori del secondo. Se tutto ciò funziona con i militari, è ovviamente ancora più vero in azienda, dove le stellette sono assenti o più… “sbiadite”.

La leadership manageriale è quindi un’abilità che si può apprendere. Per insegnarla, nei nostri corsi prediligiamo una formazione che sia esperienziale. Non ci basiamo solo su un trasferimento di know-how a livello teorico, ma preferiamo utilizzare i role-play, i giochi di ruolo, e la simulazione di situazioni simili alla realtà. Utilizziamo l’elemento giocoso per rendere più facile l’apprendimento delle tecniche.

L’aspetto chiave nella leadership manageriale è l’empatia, che si sviluppa attraverso la capacità di ascolto e il saper fare domande. Ecco perché insegniamo anche l’arte di fare domande potenti: la Domandologia ®. La Domandologia è uno strumento importante per conoscere meglio il proprio interlocutore e generare una riflessione nell’altro verso una direzione da noi definita e per guidarlo nella scelta. Socrate la chiamava Maieutica.

Il secondo esempio virtuoso è quello di Allianz Global Investors SGR. È la costola di Allianz che crea i prodotti finanziari che vengono poi distribuiti sul mercato anche da reti terze. Facciamo una premessa. La usuale politica aziendale delle SGR è quella di organizzare delle serate in cui invitare i consulenti finanziari e istruirli sulle caratteristiche tecnico del prodotto e sui trend di mercato in generale.

Ma per il consulente, una volta conosciuto nel dettaglio il proprio prodotto, restava un compito: come comunicarlo ai propri clienti? Per prima cosa bisogna capire le esigenze finanziarie del cliente stesso e creare una pianificazione che tenga conto di tutti gli aspetti della sua vita: parte fiscale, assicurativa, previdenziale, successoria…
E per conoscere il cliente, occorre dotarsi di uno stile di comunicazione che consenta di entrare in empatia con lui. Solo così il cliente si può confidare e il consulente può inquadrare il suo profilo e aiutarlo quindi a scegliere il prodotto finanziario più adatto a lui.

Allianz Global Investors rappresenta uno dei casi più emblematici con cui ho avuto a che fare, poiché nonostante sia una SGR (quindi non vende ai clienti finali i suoi prodotti), ha compreso che la capacità di capire il cliente è importante quanto la parte tecnica. Per questo ha stabilito con noi una partnership di lungo periodo con l’obiettivo di trasferire la cultura dell’empatia e delle domande maieutiche a tutta la platea dei consulenti finanziari.

Come iniziare per chi ancora non ha investito

Come e dove iniziare. E le aziende che ancora non hanno investito nella formazione delle soft skills? Innanzitutto, diciamo loro che oggi possono farlo a titolo quasi gratuito.
Ogni anno, 10 milioni di lavoratori vengono formati gratuitamente grazie ai Fondi Interprofessionali. Si tratta di uno strumento creato dalla Legge n.388/2000 che consente alle aziende di fare formazione professionale continua e gratuita ai dipendenti. È sufficiente che l’azienda scelga di destinare una quota pari allo 0,30% dei contributi previdenziali che versa all’INPS. Quindi, da dove iniziare?

Anche con un buon libro. Uno vale l’altro, purché sia a tema e aiuti l’azienda a comprendere le potenzialità della formazione. Se invece è già ben chiara l’importanza di questo strumento, allora si può scegliere un corso specifico, facendo molta attenzione che le competenze insegnate siano coerenti con i propri obiettivi. L’ultimo passaggio è quello di affidarsi a un buon formatore – coach. Meglio sceglierne uno appassionato e che abbia già maturato esperienza in aziende di un certo livello. È anche importante che col coach ci sia sintonia dal punto di vista personale e soprattutto valoriale. Si tratta pur sempre di un gioco di squadra!

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di novembre del magazine Wall Street Italia.