ROMA (WSI) – La casa, magari acquistata con fatica stipulando un mutuo, non potrà essere venduta all’asta nel caso in cui sia stata pignorata dal fisco. Dovrebbe essere questo uno dei passaggi più importanti della riforma delle regole di riscossione delle tasse, allo studio in questi giorni da parte della Commissione Finanze della Camera.
L’obiettivo di massima che si intende perseguire (lo si è visto già nei giorni scorsi con la versione “soft del Redditometro sui conti correnti, ndr) è ammorbidire i passaggi dei contenziosi fra i contribuenti e il Fisco, rendendoli meno gravosi soprattutto per le imprese e le famiglie che faticano a mantenersi in regola con gli obblighi fiscali a causa della crisi.
Si lavora, insomma, a un’Equitalia dal volto umano, e le nuove norme dovranno essere applicate anche dalle eventuali società di riscossione private alle quali dovranno rivolgersi gli enti locali alla scadenza del contratto con l’Agenzia guidata da Attilio Befera.
La vera svolta, caldeggiata anche dall’Esecutivo, sarebbe proprio quella legata ai beni pignorati. La confisca oggi scatta nel caso in cui si abbia un debito superiore a 20 mila euro nei confronti del Fisco, e lo Stato ha la facoltà di vendere i beni pignorati all’asta. La soluzione immaginata prevede che questa soglia resti abbastanza alta, ma che non si possa più alienare la proprietà dei beni, che verrebbero soltanto “congelati”, fino all’estinzione del debito.
Il pacchetto di misure dovrebbe contenere anche una maggiore grado di flessibilità sui pagamenti rateali delle somme dovute al Fisco e oneri ridotti per i contribuenti che presentino ricorso. In particolare, si va verso il superamento del principio “solve et repete”, ovvero dell’obbligo di pagare almeno un terzo della somma più alta richiesta dallo Stato prima di poter presentare un ricorso, almeno per i contribuenti che non abbiano mai manifestato comportamenti fraudolenti.
Inoltre, si lavora per poter allungare la durata dei pagamenti rateali e, di conseguenza, alleggerire le quote mensili da rimborsare al Fisco, passando dall’attuale massimo di 72 rate a 120. Sarà maggiore anche la tolleranza sui mancati pagamenti: la dilazione verrà revocata non più dopo 2 rate consecutive non versate, ma dopo 5.
Il pacchetto, che potrebbe vedere la luce in due settimane, dovrebbe anche, d’altra parte, restituire ai Comuni la possibilità di riscuotere autonomamente e in modo coatto crediti inferiori a 2 mila euro, per ridare un po’ d’ossigeno alle casse dei municipi.
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