
GINEVRA (WSI) – Le trattative in corso sullo scambio automatico di informazioni non hanno causato una fuga di fondi dalle banche svizzere.
O per lo meno è quanto riferiscono a Ernst & Young il 69% degli istituti elvetici, che dice di non aver costatato cambiamenti e fuoriuscite di soldi particolari nel 2014.
Il 77% degli istituti interpellati inoltre dice di non prevedere grandi cambiamenti nei prossimi 12 mesi. Il sondaggio è stato effettuato lo scorso novembre tra 120 istituti, Credit Suisse e Ubs esclusi.
Da 4 anni le banche non erano così ottimiste sui loro affari. Nove istituti su dieci praticamente (88%) giudicano positivo (37%) o abbastanza positivo (51%) l’andamento degli affari. Nel 2013 solo il 71% degli istituti era ottimista.
L’ottimismo è sorprendente se si considerano i costi supplementari dovuti alle nuove norme di regolamentazione, il contesto di tassi bassi e le trattative sulla trasparenza fiscale.
Addirittura per la maggioranza degli interpellati (51%) la fine del segreto bancario avrà un impatto positivo sulla piazza finanziaria svizzera.
Tuttavia la fine del segreto bancario finirà per colpire la clientela svizzera prima o poi, secondo il 54% degli istituti.
“La Svizzera non potrà sottrarsi agli sviluppi internazionali e lo scambio automatico di informazioni fiscali non sembra essere più un tabù nel paese”, dice Patrick Schwaller di Ernst & Young.
Detto questo l’applicazione di una tale misura non sarà effettivo in Svizzera prima della sua entrata in vigore per i clienti internazionali. Da qui probabilmente deriva l’ottimismo dei rappresentanti delle banche svizzere.
Fonte: Le Temps
(DaC)