Economia

Fare affidamento sull’eredità, perché è un errore

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Gran parte degli statunitensi è convinto che un’eredità avrà un importante impatto sulle proprie vite, anche se le probabilità di restare delusi vengono spesso sottovalutate. Secondo un sondaggio pubblicato da Charles Schwab il 53% dei giovani adulti ritiene che in futuro riceverà un’eredità.
Quest’aspettativa si confronta con un dato storico ben poco confortante: fra il 1989 e il 2007, si legge nel medesimo sondaggio, solo il 21% degli intervistati che si aspettavano di ricevere un’eredità afferma di averla effettivamente ricevuta.

Un altro sondaggio, questa volta condotto da Merril Edge (Gruppo BofA), ha aggiunto ulteriori dettagli allo scenario. Il 39% degli americani (inclusi quelli più in là con l’età) si aspetta di ereditare o ha già iniziato a ricevere alcuni asset. Più importante ancora è notare che per il 58% degli intervistati la propria stabilità finanziaria beneficerebbe significativamente, o sarebbe raggiunta esclusivamente in caso di eredità.

“Un piano finanziario ben costruito cerca di raggiungere l’indipendenza e la stabilità in base ai risparmi del cliente e ad altri beni, trattando ogni eredità ricevuta come un bonus inaspettato”, afferma Joseph C. Conroy, consulente finanziario certificato presso Synergy Financial Group.

Secondo Conroy una lunga serie di fattori potrebbe compromettere il valore dell’eredità attesa. Da un lato, longevità e spese sanitarie possono erodere il risparmio molto più di quanto non si pensi. Ad esempio, l’anziano potrebbe drasticamente ridurre il proprio risparmio per retribuire badanti o per sostenere le rette di una casa di cura.

“Un piano finanziario responsabile dovrebbe essere costruito attorno al presupposto che nessuna eredità è imminente”, aggiunge Conroy, “deve occuparsi degli elementi essenziali di cui tutti abbiamo bisogno: costo della vita, assistenza sanitaria, assistenza all’infanzia, risparmi di emergenza e pensionamento. Quindi, se si riceve un’eredità, può essere aggiunta al piano esistente, contribuendo ad affrontare costi impegnativi, come le tasse universitarie, spese mediche e risparmi per la pensione”.