Economia

Famiglie: diminuisce il reddito e cresce la propensione al risparmio

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Famiglie: diminuisce il reddito e cresce la propensione al risparmio

Si fa più fosca la fotografia dell’economia italiana scattata nel secondo trimestre dall’Istat. Nel periodo compreso fra aprile e giugno 2020, infatti, il reddito disponibile delle famiglie è diminuito del 5,8% rispetto al trimestre precedente, con un calo dei consumi arrivato all’11,5%.

Diminuisce il reddito e cresce propensione al risparmio

E’ quanto afferma l’Istat, aggiungendo come, per le famiglie italiane il periodo più duro del lockdown sia coinciso con un incremento di 5,3 punti per la propensione al risparmio (al 18,6%).
Sono calati, insomma, sia i redditi, sia in consumi in modo più che proporzionale a causa di un comprensibile aumento della prudenza da parte delle famiglie.
Per le famiglie, infine, il secondo trimestre ha segnato anche una diminuzione nel tasso d’investimento di 0,9 punti percentuali, essendosi portato al 4,5%.

“Il reddito disponibile delle famiglie ha segnato, dopo il calo del primo trimestre, una contrazione marcata – seppure molto meno ampia di quella registrata dal Pil nominale – che si è tradotta in una riduzione del potere di acquisto”, ha commentato l’istituto nazionale di statistica, “il tasso di risparmio è aumentato fortemente nel secondo trimestre per la decisa contrazione della spesa per consumi finali delle famiglie”.

Già lo scorso luglio la Banca d’Italia aveva calcolato che, nei due mesi precedenti, il reddito si era ridotto per una famiglia italiana su due, nonostante la politica di sussidi adottata dall’esecutivo.
Secondo quanto si leggeva nel rapporto (Indagine straordinaria sulle famiglie italiane), il 15% delle famiglie avevano perso nel periodo oltre la metà del loro reddito complessivo.

Cresce la pressione fiscale

Nonostante la “marcata riduzione delle entrate fiscali e contributive”, ha aggiunto l’Istat, nel corso del secondo trimestre è anche aumentata di 1,8 punti la pressione fiscale, che si è portata al 43,2%.

Ciò è dovuto a una caduta più che proporzionale del prodotto interno lordo (la pressione fiscale, infatti, si calcola mettendo in relazione quest’ultimo con le entrate tributarie).