Economia

Fallimenti bancari: manager saranno responsabili, sanzioni più dure

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Fallimenti bancari: manager, azione di responsabilità  e sanzioni più dure

Siamo sulla buona strada e, per quanto incredibile, qualcosa si muove.

Nel mentre oggi la pattuglia dei quaranta parlamentari votano il Presidente della Commissione Parlamentare d’inchiesta sui disastri bancari da poco insediata, il Senato ha approvato una norma contro i manager bancari destinatari di un’azione di responsabilità conseguente a fallimento, liquidazione coatta amministrativa e amministrazione straordinaria, con il contestuale allungamento dei termini prescrittivi per la presentazione della domanda da parte dei risparmiatori danneggiati.

Le nuove sanzioni, si dice nel provvedimento appena approvato all’unanimità senza alcun tentennamento o perdita di tempo, deve prevedere l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, dall’esercizio della professione e dalla possibilità di contrattare con la Pubblica amministrazione.

Cose grosse, cose mai viste: trattare i manager di tal fatta alla stessa stregua dei mafiosi ai quali viene comminata, in caso di condanna, la sanzione accessoria della interdizione.

La strada è lunga, ma la direzione è quella giusta.

Commissione Parlamentare d’inchiesta

Con l’auspicio di vedere entro oggi la nomina di un Presidente adeguato all’occasione, scongiurando ogni sorta di annacquamento istituzionale, aspettiamo l’inizio dei lavori della Commissione Parlamentare.

La prima cosa che bisogna conoscere con assoluta urgenza, è chi sono i benefattori principali dei crediti concessi in libertà negli anni più recenti e che più degli altri hanno contribuito alla creazione di quel monte sofferenze che hanno mandato in tilt gli Istituti di credito determinandone l’insolvenza di sistema.

Quali sono state le responsabilità e le inadempienze nel sistema dei controlli interni e Istituzionali che hanno contribuito nel dissesto, senza imporre i necessari correttivi tanto nella gestione che nell’assicurare la necessaria solidità patrimoniale per far fronte agli impegni assunti verso i risparmiatori che hanno acquistata le obbligazione emesse e non onorate.

La strada è lunga, ma la direzione è quella giusta.