(9Colonne) – Roma, 13 feb – Il più caro è l’americano F 22 Raptor che costa 138 milioni di euro: il suo radar, da solo, vale quanto un bireattore civile da 120 posti. Mentre quello più “economico” è lo svedese Jas 39 Gripen: circa 60 milioni di euro. Lo rivela il numero di febbraio di “Volare” in un’ ampia inchiesta che illustra che cosa c’ è dietro ai costi di fabbricazione dei caccia occidentali, in assoluto l’ “oggetto” più caro prodotto oggi dall’ uomo. Ma da dove nascono queste cifre iperboliche, e chi, e in base a quali criteri, stabilisce il prezzo di un moderno aeroplano da combattimento? A queste domande ha cercato di dare risposte uno studio compiuto nel 2006 da un’agenzia francese di ricerche sulla difesa. I costi tanto elevati per i velivoli iper-tecnologici, decine di volte superiori a quelli dei jet di linea, nascono dai lunghi e finanziariamente onerosi programmi di ricerca che le industrie devono affrontare (le tecnologie di cui si avvale il radar “miracoloso” dell’ F 22 hanno richiesto investimenti di milioni di miliardi delle vecchie lire) e da una produzione in serie relativamente bassa; e il prezzo di un caccia dipende alla fine da quanto sono disposti a spendere i suoi potenziali clienti. I caccia dell’Est costano così meno della metà: Russia, Cina e India offrono prodotti ormai quasi equivalenti a quelli occidentali, ma non sono poi in grado di assicurare la necessaria assistenza al cliente.
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