Economia

Credit Suisse, altro scandalo dietro al crac: bonus segreti ai manager

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Un’altra nota stonata sul crac che ha scosso il sistema bancario globale. Credit Suisse elargiva lauti e milionari bonus ai propri manager, senza iscriverli a bilancio. A rivelarlo è un’inchiesta del settimanale svizzero SonntagsZeitung sull’istituto di credito, la seconda banca elvetica entrata in crisi e poi salvata a marzo da Ubs per tre miliardi di franchi svizzeri, con copertura sulle perdite fino a cinque miliardi. Vediamo tutto nell’analisi.

I bonus occulti

Si addensano nuove nubi sulla gestione del Credit Suisse. Nel tempo investita da diversi scandali finanziari che l’hanno portata al tracollo dopo la perdita irreversibile della fiducia dei mercati, la banca è tornata a far discutere per le notizie riportate dal giornale elvetico SonntagsZeitung: centinaia di milioni in benefit mai messi a bilancio per molti dirigenti. Una pratica che è andata avanti fino al 2019, secondo il settimanale, sottraendo così un dato finanziario importante al voto dell’assemblea degli azionisti. Tra coloro che ne hanno tratto un indebito beneficio ci sarebbero diversi ex manager statunitensi, come Robert Shapir, già responsabile dell’Asset Managememt e co-responsabile della Gestione Patrimoniale di Credit Suisse, e Brady Dougan, CEO dal 2007 al 2015.

E quelli dichiarati

A parte quelli occulti, i bonus dichiarati sono stati più di 30 miliardi di franchi per i vertici aziendali in un decennio. L’amore per i bonus è proseguito anche dopo il salvataggio di marzo visto che Credit Suisse ha confermato al management l’elargizione dei premi aziendali secondo le previsioni, come indicato nel rapporto annuale del 2022. La banca elvetica aveva messo a bilancio 360 milioni di franchi cash in conto capitale e altri 203 milioni tra quelli anticipati e di conservazione.

Insomma, quello dei bonus è solo l’ultimo fardello che sarebbe andato ad appesantire nel tempo i conti della banca svizzera. Bilanci che non hanno retto portando al crac del Credit Suisse di cui si è lungamente parlato sui giornali e in TV nelle ultime settimane. Epilogo che poteva essere scongiurato, probabilmente, con una gestione più attenta dei conti societari.