
Fonte: Mediolanum
La consulenza finanziaria in Italia è un’industria solida e in crescita, con elevati standard di servizio e processi di evoluzione strutturale in corso. La conferma arriva dai numeri dello Studio “La consulenza finanziaria, motore per la valorizzazione del risparmio e la crescita economica dell’Italia”, realizzato da TEHA in collaborazione con Assoreti e presentato nell’ambito della 36° edizione del Forum “Lo Scenario dell’economia e della finanza” di TEHA, in una conferenza stampa in cui hanno preso parte Massimo Doris, presidente di Assoreti, e Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Board Member di TEHA Group.
Italia prima in Ue per numero di consulenti per abitante
Dati alla mano, secondo lo studio i consulenti finanziari iscritti e attivi con mandato sono circa 36mila e l’Italia è al 1° posto in UE per numero di consulenti finanziari per abitante (il rapporto è di 1 a 2.051), un sistema dunque molto capillare.
Inoltre, a livello Ue, l’Italia è il 1° Paese per quota di persone che si affidano a consulenti per le proprie decisioni finanziarie (57% vs 51% in Spagna, 49% in Francia e 42% in Germania). Queste tendenze sono spiegate, si legge nello studio, perché i consulenti finanziari e le reti in Italia sono attori di mercato professionali, che operano secondo i principi di qualità e garanzia, contribuendo ad accrescere il valore del servizio per i clienti anche grazie ad un’offerta di advisory in grado di cogliere le diverse esigenze.
Raccolta netta e patrimonio in crescita: i numeri
A corollario emerge come la raccolta media netta annua della consulenza finanziaria in Italia sia in costante crescita: negli ultimi 5 anni è stata di circa 50 miliardi di Euro e dal 2013 ad oggi l’Italia è stato il 1° Paese UE per raccolta netta delle reti di consulenza finanziaria, con un valore cumulato dal 2013 di 452 miliardi di Euro (contro 440 miliardi di Euro in Germania), superando anche gli USA per volumi di raccolta rispetto al patrimonio gestito di inizio periodo.
Anche il patrimonio gestito dalle reti di consulenza finanziaria in Italia è cresciuto costantemente (+110% negli ultimi 10 anni) e oggi è pari a oltre 900 miliardi di Euro, il 23% della ricchezza delle famiglie italiane.
Le prossime sfide della consulenza
Tra le sfide che dovrà affrontare l’industria della consulenza finanziaria c’è sicuramente il passaggio generazionale di ricchezza. “Nel prossimo ventennio, infatti, la popolazione italiana è prevista diminuire e invecchiare, e ciò si traduce nella diretta conseguenza di un passaggio di patrimoni di circa 3.000 miliardi di Euro. Questa dinamica richiede una lunga programmazione, con l’intervento di figure specialistiche in grado non solo di puntare sulla protezione e valorizzazione in termini reali del patrimonio nel tempo attraverso scelte d’investimento mirate, ma anche capaci di gestire i conflitti che si creano tra gli eredi” si legge nello studio.
Come la consulenza affronterà questa sfida? E’ già in corso un’evoluzione strutturale del settore verso un modello di team specializzati nella consulenza patrimoniale a 360°, che abbraccia l’intera sfera patrimoniale e personale del cliente, dalla pianificazione previdenziale alla gestione immobiliare. In sintesi, oggi il consulente è un vero e proprio punto di riferimento per tutti i progetti di vita del cliente.
Un cambio di paradigma che emerge chiaramente dalle dinamiche di settore già in atto. Numeri alla mano, la quota di consulenti under-30 sul totale è quasi triplicata negli ultimi 5 anni, mentre i clienti under-45 rappresentano circa il 30% del totale (oltre 1,4 milioni) e continuano a crescere (+17,6% dal 2020). In aumento anche la presenza femminile tra la clientela dei consulenti finanziari.
Infine, da considerare anche come la consulenza finanziaria si conferma un servizio diffuso e capillare sul territorio, a prescindere dalle fasce di patrimonio dei clienti: nonostante le reti gestiscano circa la metà delle masse del private banking nazionale (clienti con un patrimonio superiore a 500.000 euro), quasi 3/4 dei clienti dispongono di un patrimonio inferiore ai 100.000 euro.