
Qualcuno “ha beccato nelle viscere” del gigante della Costa Concordia, e si è mangiato alcuni tesori dei passeggeri francesi; così scrive Le Parisien dando voce al collettivo che rappresenta la stragrande maggioranza dei naufraghi transalpini a bordo della Concordia.
“Alcune casseforti presenti in cabina sono “misteriosamente sparite” assieme al quello che custodivano al proprio interno. Mentre le operazioni di restituzione degli effetti personali rinvenuti nella nave sono iniziate da alcune settimane, racconta la rappresentante del collettivo, Anne Decré, non sono pochi (Le Parisien parla di “decine”) i passeggeri che non hanno rivisto i propri gioielli e oggetti di valore; oltre a quelli che a causa dei soliti errori amministrativi, hanno ricevuto cose non appartengono loro.
La Costa Crociere ha declinato ogni responsabilità affermando che, dopo il naufragio, tutte le operazioni di recupero “sono state sono state effettuate dalla Guardia costiera italiana, sotto la vigilanza del tribunale di Grosseto”, mentre il relitto si trovava sotto sequestro giudiziario.
A titolo di risarcimento per i beni andati perduti sono stati offerti 11mila euro, accettati in gran numero anche dai passeggeri francesi, ma spiega Decré, “è una somma che prevedeva però la restituzione dei beni presenti nella cassaforte”.
Sembra che dalle immagini della nave diversi passeggeri abbiano scorto oggetti di loro proprietà che, ufficialmente, non sono mai stati ritrovati e quindi mai restituiti. Una donna racconta, ad esempio, che dalle foto fornite da Costa si vedeva la borsetta contenente tre anelli del valore complessivo di 8mila euro, ma che sarebbe poi risultata vuota: “mi accusano di mentire”, dice la francese precisando di aver presentato una denuncia di furto alla polizia.