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CHE SUCCEDE ALL’EURO?

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Faceva la sua figura al di sopra della parità con il dollaro, benchè si limitasse quasi a galleggiare; ora invece l’euro è tornato giù alimentando perplessità e stimolando spiegazioni. Secondo alcuni operatori ciò che sta accadendo è il frutto di un combinato disposto di fattori.

Innanzi tutto, sostengono, era prevedibile un ribasso tecnico dopo i rialzi dei giorni scorsi. Inoltre nell’arco di poco più di un’ora l’Europa ha preso atto di due risultati deludenti: quello italiano sulle vendite al dettaglio, peggiore rispetto alle aspettative; quello dei prezzi alla produzione tedeschi, che con +0,3% ha spento il sorriso sulle labbra a chi aveva scommeso su +0,4%. Ora si guarda all’apertura di Wall Street, fra qualche ora, e ai dati sull’inflazione in Italia, attesi nel pomeriggio.

Da un punto di vista tecnico, spiega un analista, non ha deposto a favore dell’euro il fatto di non essee riuscito a rompere la soglia di resistenza a 1,01 contro il dollaro; per questo, si sarebbe innescato un arretramento che per ora vede una prima resistenza a 0,9980, seguita dal più importante livello di 0,9960. “La mancata tenuta di quest’ultima”, avverte l’analista, “farebbe scivolare l’euro verso 0,9920 e 0,9980”.

Non mancano anche altre chiavi di lettura per spiegare il ribasso dell’euro. Per esempio, le improvvise prese di beneficio dopo significativi recuperi della moneta unica sul biglietto verde. Ma anche “la dicotomia tra Dow Jones e Nasdaq” o le dichiarazioni di Christian Noyer, vice presidente della Bce (Banca centrale europea), che in un’intervista al Wall Street Journal ha di fatto annullato le attese di un imminente rialzo dei tassi europei, sottolineando che l’ultimo bollettino della Bce mirava a chiarire i motivi dell’ultimo aumento dei tassi piuttosto che aprire il terreno a un nuovo ritocco.