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Cda: in dieci anni la presenza di donne è raddoppiata. Italia tra i top

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La presenza delle donne nei board delle aziende a livello globale è attualmente pari al 20,6%, quasi il doppio rispetto a inizio del decennio e del 15,3% superiore al dato rilevato nel nostro ultimo rapporto del 2016. Così emerge dal terzo rapporto “CS Gender 3000, ‘The CS Gender 3000 in 2019: The changing face of companies”, realizzato dal Credit Suisse Research Institute.

La presenza delle donne nei Cda a livello globale però presenta una certa discontinuità. Così il Giappone si colloca in fondo alla classifica, con appena il 5,7% di donne nei CdA ma più vicino al 29,7% dell’Europa. Nel Vecchio Continente in particolare sono stati compiuti i maggiori sforzi a livello governativo per migliorare la situazione della diversità di genere nei consigli.
In Nord America sono stati osservati invece i progressi più significativi, con una rappresentanza femminile nei board aziendali passata dal 17,3% nel 2015 a quasi il 24,7% attuale.

L’Italia è insieme alla Norvegia, Francia e Svezia, tra i paesi con la maggiore rappresentanza di donne nei cda. Guardando al management, la quota di donne nelle posizioni manageriali dall’ultimo studio condotto nel 2016 è aumentata dal 14% al 17%. Sul piano geografico, gli Stati Uniti (21%) e la regione Asia Pacific (Giappone escluso) (19%) evidenziano un maggiore equilibrio di genere rispetto a quanto riscontrato in Europa (17%).  Nella regione Asia Pacific in particolare si concentra la quota più elevata di CEO (5,6%) e CFO (18,9%) donne.
I dati per Europa e Nord America sono invece, rispettivamente, 4,1% e 4,5% per le CEO e 13,3% e 13,6% per le CFO. Il Giappone invece delude visto che non ha nemmeno una CEO nelle 175 aziende che rientrano nelle 3100 considerate dallo studio. Commenta Patsy Doerr, responsabile globale di Diversity & Inclusion:

È confortante notare i progressi compiuti nella maggior parte dei Paesi sul fronte delle opportunità di avanzamento e promozione professionale delle donne nelle posizioni di alto livello. Nonostante da tempo sia noto il beneficio di questa evoluzione per le aziende, grazie a studi come il CS Gender 3000 e al nostro costante impegno in questo campo di ricerca, siamo in grado di trarre conclusioni sempre più certe su come è possibile realizzare un ambiente di lavoro equo e inclusivo.
Detto questo, siamo tuttavia ancora lontani dalla parità sul posto di lavoro. Per questo motivo vogliamo approfondire le problematiche ancora presenti a livello globale e prendere parte a un dialogo che possa produrre un cambiamento importante verso una più equa rappresentanza di genere e migliori risultati aziendali”.