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Trump, impeachment: la Commissione vota Sì, cosa accade ora

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La commissione giudiziaria della Camera Usa, dopo le 14 ore di dibattito svoltesi giovedì, ha approvato, con due separate votazioni, gli altrettanti capi di accusa mossi contro il presidente Donald Trump.
Ovvero, abuso di potere e ostruzione al Congresso. L’approvazione è giunta con la maggioranza prevista di 23 voti contro 17, espressione degli equilibri politici nella commissione spartita fra democratici e repubblicani. (Qui il nostro focus sulle motivazioni dell’impeachment).

Impeachment, cosa succede adesso

Mercoledì prossimo, 18 dicembre, la Camera dei Rappresentanti, l’Aula bassa del parlamento americano, sarà chiamata a votare gli stessi due capi di accusa contro Donald Trump.
E’ ampiamente prevista, anche in questo caso, una comoda maggioranza dei “sì”: fatto che porterebbe Trump al processo per impeachment. Qualora questo fosse lo scenario, nel mese di gennaio avrebbe inizio il processo vero e proprio, che si terrebbe al Senato.

Un voto “politicizzato”

Finora è emerso con chiarezza come ad avallare le accuse contro Donald Trump siano esclusivamente i democratici, che hanno votato compatti a favore della sua incriminazione. La radicalizzazione dello scontro fra repubblicani e democratici potrebbe rivelarsi favorevole alla difesa del presidente, che ha sempre bollato tutta l’inchiesta come “politicizzata” e come una “caccia alle streghe” nei suoi riguardi.

Se lo stesso schema si riproponesse, con i repubblicani ancora al fianco del loro leader, non ci sarebbe alcuna possibilità di arrivare alla condanna al Senato. In questo ultimo passaggio, che potrebbe portare alla destituzione di Trump, è richiesta una larga maggioranza pari a due terzi. I repubblicani controllano la maggioranza assoluta dei seggi.