
La nuova emissione del MEF ha fatto molto rumore, parliamo del BTP Valore che in questa particolare fase di mercato sta catturando l’attenzione degli investitori. Un tema di cui abbiamo parlato ieri, nella punta di WSI Smart Talk, dal titolo “A chi conviene davvero comprare un BTP?”, un approfondimento tutto dedicato ai titoli di Stato italiani. E a cui hanno offerto il loro prezioso contributo Ruggero Bertelli, professore di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università di Siena, e Simone Borghi, analista finanziario dell’Ufficio Studi di Finanzaonline, moderati da Leopoldo Gasbarro, direttore di Wall Street Italia.
Il video della puntata
Le parole di Bertelli sul BTP
Il professor Bertelli, grande esperto di finanza comportamentale, ha inquadrato così il “caso” Btp Valore.
“Quello che il Tesoro sta facendo è senz’altro corretto dal punto di vista del marketing, la finanza comportamentale insegna che l’investitore ha bisogno di ancoraggi e gli ancoraggi nel caso del titolo di Stato sono fortissimi. Teniamo presente poi che c’è stata una crisi dei rendimenti, imposta diciamo dalla situazione complessiva, per cui c’è anche tanta fame diciamo di rendimenti semplici. E una delle caratteristiche dei titoli di Stato è quello di dare riempimenti percepiti come rendimenti e la percezione è naturalmente ciò che muove i nostri comportamenti. Ecco quindi che giustamente il MEF sta cercando di catturare l’attenzione di potenziali clienti, chiaramente noi siamo investitori però siamo anche investitori che in qualche modo vogliono bene al nostro Paese l’Italia”.
“Ci siamo dimenticati evidentemente di alcune paure che abbiamo avuto tanto tempo fa riguardo ai titoli di Stato italiani che erano eccessive anche in quel caso, ma evidentemente su questo lo sappiamo solo dopo. Ecco il tema è esattamente quello di rendimenti semplici percepiti come sicuri e questo è un altro elemento importante. Realizzare una pubblicità di questi strumenti molto ben centrata su questi elementi di ancoraggio che funzionano molto, come la cedola che è un ancoraggio molto forte e Valore non a caso fa riferimento a questo – ha sottolineato ancora Bertelli – Tenere il titolo fino alla scadenza non diventa naturalmente uno sforzo perché è una frase semplice, che l’investitore in titoli di Stato sbagliando dice sempre ma tanto io lo tengo fino alla scadenza. È una frase che è molto disponibile, molto vicina nella mente dell’investitore, il premio fedeltà se tieni il titolo fino alla scadenza. Lui pensa ma certo, è ovvio che lo tengo, cioè è un premio fedeltà e viene percepito come tale. Sono tutti punti di forza che dal punto di vista cognitivo sono veramente importanti, è chiaro che poi dopo ci sono le oscillazioni di valore, i dati di interesse che salgono e che scendono, gli spread che aumentano e diminuiscono. Insomma il titolo di Stato è come un qualunque altro investimento finanziario, bisogna stare attenti, capire vantaggi e svantaggi, caratteristiche, i tuoi bisogni, i tuoi orizzonti temporali. Vale tutto quello che vale sempre negli investimenti”.
L’analisi di Borghi sul BTP
A spiegare più nel dettaglio quali sono i vantaggi e gli svantaggi di uno strumento come il BTP è stato Simone Borghi, analista finanziario dell’Ufficio Studi di Finanzaonline, nel suo intervento.
“Sono tre le modalità con cui un BTP può rendere al suo proprietario, che tuttavia può anche finire per perdere denaro. L’importante è quindi conoscere tutte e tre le strade e valutarle con attenzione prima di effettuare l’investimento in un BTP. Esiste un tasso cedolare, ovvero un tasso di interesse semestrale che determina l’importo delle tue cedole. Facciamo un esempio per capire come funziona. Supponiamo che tu abbia comprato all’emissione (1° novembre 2021) un BTP con scadenza 1° giugno 2032 per 1.000 euro. Il tasso cedolare annuale lordo per questo BTP è dello 0,95%: questo significa che ogni sei mesi riceverai 47,5 euro sotto forma di cedola, a cui dovrai poi sottrarre la tassazione del 12,50%. Adesso prendiamo come esempio un BTP emesso il 22 aprile 2022 con scadenza simile al precedente (1° dicembre 2032) e comprato sempre a 1.000 euro. In questo caso, il tasso cedolare annuale lordo è del 2,5%: questo significa che ogni sei mesi riceverai 125 euro sotto forma di cedola, a cui dovrai poi sottrarre la tassazione del 12,50%. Come mai questa differenza sostanziale? In poche parole, l’inflazione sta causando l’aumento dei rendimenti. Inoltre, poiché i prezzi al consumo seguono ritmi più rapidi da molti anni, gli obbligazionisti si aspettano maggiori rendimenti per acquistare bond, e sono disposti ad entrare sul mercato solo se i prezzi dei BTP sono più bassi rispetto al passato. Non dimentichiamoci che rendimento e prezzo viaggiano in direzioni opposte, quindi più il prezzo si abbassa, maggiore è il rendimento. Per farla breve, il prezzo di un’obbligazione è legato all’andamento dei tassi di interesse. Proprio in questo ultimo periodo, la Bce sta mettendo in atto una politica monetaria restrittiva per tentare di contenere la crescita dell’inflazione. Per esattezza, con l’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce, il prezzo del titolo obbligazionario, il BTP nel nostro caso, scende e viceversa il rendimento sale. Riassumendo, il rendimento dei BTP deriva in parte dal flusso cedolare e in parte dalla differenza tra il prezzo di acquisto, e il valore nominale (pari a 100) che viene rimborsato alla scadenza”.