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BORSA MILANO: PERDE -5% UNA DELLE PEGGIORI SEDUTE DEGLI ULTIMI ANNI

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La settimana di Piazza Affari inizia con un bagno di sangue, che ha riportato l’indice S&P/Mib sotto quota 26.000 punti, ai livelli dieci giorni fa, minimi dall’ottobre 2003. I salvataggi bancari, soprattutto quelli della belga Fortis e della tedesca Hypo Real Estate, uniti all’intervento di Citigroup su Wachovia, hanno ridato forza ai timori del mercato, facendo passare in secondo piano l’atteso via libera del Congresso Usa alle misure a sostegno del settore finanziario.

Oltre alla sofferenza delle banche, sottolineano i trader, il listino milanese è stato colpito dall’ondata di vendite che si è abbattuta sulle società legate alle materie prime. Il futures sul greggio, infatti, dice un dealer, “sta cadendo sull’attesa di un forte rallentamento della crescita economica a livello mondiale”.

In chiusura, l’indice S&P/Mib ha perso il 4,98%, a 25.803 punti, dopo aver segnato un punto più basso a 25.798 punti, poco sopra il minimo dell’anno di 25.585 punti toccato il 18 settembre scorso. Il Mibtel è arretrato del 4,74% e l’AllStar del 3,15%. Volumi per un controvalore pari a circa 4,5 miliardi di euro.

* Banche protagoniste in negativo. UNICREDIT, che ha conosciuto due sospensioni per eccesso di ribasso, è caduta del 10,23%, sfondando la barriera dei 3 euro, con scambi superiori alla media e pari a oltre il 2% del capitale. Secondo un operatore, Piazza Cordusio “sconta la maggiore esposizione al mercato tedesco”. Male anche MONTEPASCHI, -4,02%, UNIPOL, -7,38%, POP MILANO, -7,29%, BANCO POPOLARE, -4,96%, e MEDIOLANUM, -4,99%.

* La previsione di una frenata dell’economia, con probabile scivolamento in recessione, argomentano gli operatori, ha affossato le società legate alle materie prime e, in particolare, al greggio. TENARIS è precipitata dell’11,1% e SAIPEM del 9,16%, ma ENI ha limitato la flessione al 4,39% perché, racconta un trader, “Citigroup ha tagliato il target price, ma ha confermato buy”. * Segno meno, sempre sull’attesa di una recessione, per tutti i ciclici. Nel comparto costruzioni, IMPREGILO ha registrato un calo dell’8,77% e ITALCEMENTI del 5,42%. Nel retail, GEOX ha lasciato sul terreno il 5,41% e AUTOGRILL il 6,37%.

Meglio LUXOTTICA, -1,33%, e BULGARI, -3,06%, che hanno beneficiato solo parzialmente, dice un’operatrice, del rafforzamento del dollaro. Fra le small e mid cap, DAMIANI è precipitata dell’11,62%, STEFANEL del 10,35% e BENETTON dell’8,54%. * SEAT PAGINE GIALLE è scesa dell’8,66% dopo il taglio al target price da parte di Goldman Sachs, che ha confermato il giudizio “sell” e ipotizzato che il gruppo guidato da Luca Majocchi possa rinegoziare i covenant sul debito a costi superiori a quelli attuali. * FIAT ha lasciato sul terreno il 4,9% nella giornata in cui ha siglato un accordo in Serbia. Decisamente peggio le finanziarie della galassia Agnelli: IFIL -12,31% e IFI -9,85%. * In testa alla classifica di Serie A, la LAZIO ha messo a segno un progresso del 22,77%, dopo essere rimasta sospesa per eccesso di rialzo per buona parte della seduta.