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Borsa Milano in calo -2,3%. Corsa spread oltre 220

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MILANO (WSI) – La Borsa di Milano chiude in forte ribasso, con l’indice Ftse Mib che cede il 2,3% in area 19.358 punti, risentendo delle tensioni sui paesi emergenti, in particolare il valutario e l’azionario, in un momento in cui i dati macro non offrono supporto per un proseguimento del rally. Unico titolo positivo Pop Milano.

“C’è timore per l’America Latina e per l’effetto contagio”, commenta a Reuters un trader, sottolineando però che una tale correzione è legata anche al minor ottimismo sulle prospettive di crescita dell’economia sulla scia di alcuni dati macro incerti. “E comunque il mercato aveva corso molto”.

Ieri forti vendite si sono abbattute su Wall Street, che ha visto il Dow Jones scendere al minimo in un mese. Perdite che si sono estese oggi dopo il caos nei paesi emergenti. La crisi dei mercati argentino, turco, venezuelano e la maxi svalutazione del peso argentino affossa sopratutto la Borsa Madrid, la piĂą esposta alla valuta di Buenos Aires, che cede oltre il 3%.

L’indice di riferimento dell’azionario europeo Stoxx Europe 600 si appresta a concludere la settimana in ribasso, dopo le perdite della vigilia, che sono state le più intense in sette settimane. L’oro trae giovamento dalle turbolenze in Turchia e Argentina e da una conseguenze avversione al rischio.

Dopo essere balzato di recente ai massimi dal luglio 2011 intorno ai 20.175 pts, nelle ultime sedute si è assistito ad uno storno del FTSE/MIB, che in data odierna ha rotto la MM a 14 gg a 19.750 pts arrivando intorno ai 19.500 pts.
In caso di ulteriore ribasso – secondo l’ufficio studi Unicredit – i prossimi importanti supporti si trovano a 18.975 (MM a 65 gg) e in zona 17.700 pts.
Diversamente, il pronto ritorno sopra la soglia dei 20.000 pts creerebbe le basi per una prosecuzione del trend rialzista di medio periodo. Target seguenti a 20.750 pts e a 21.700 pts.

Tutto in rosso il listino milanese, appesantito specialmente da Telecom (-4,37%%), Fiat (-3,28%) e Buzzi Unicem (-2,08%). Tensione poi sul mercato dei titoli di stato, con lo spread Italia-Germania a 10 anni che rialza la testa a oltre 222 punti, con il rendimento a 10 anni a 3,88. Vola Risanamento a Piazza Affari dopo la vendita degli immobili parigini a Chelsfield/the Olayan Group per 1,22 miliardi di euro. Il titolo balza del 7,95% a 0,237 euro, prezzo superiore a quello offerto da Luigi Zunino per rilevare le quote delle banche azioniste.

Focus sulla decisione di Fitch di reiterare il rating sul debito della Germania ad “AAA” con outlook stabile, motivata con il calo del livello dei debiti della principale economia europea. “L’economia è in crescita, il livello del budget è relativamente favorevole e i tassi di interesse nominali sono bassi”.

“Il sentiment era già debole, a causa dei dati sull’occupazione Usa diffusi all’inizio del mese, ed è poi peggiorato con i numeri in arrivo dalla Cina (PMI manifatturiero in fase di contrazione reso noto alla vigilia. Il mercato è molto cauto riguardo alla comunicazione del prossimo rapporto sull’occupazione, che avverrà tra due settimane”, ha commentato Naoki Kamiyama, responsabile della strategia sull’azionario presso Bank of America Merrill Lynch, stando a quanto riportato da Reuters. “Se gli investitori dovessero rimanere ancora delusi – ha aggiunto – il mercato giapponese potrebbe entrare in una fase di correzione”.

Nel suo intervento al World Economic Forum di Davos il capo del Tesoro Fabrizio Saccomanni ha ricordato che l’obiettivo della politica economica di Governo è «ridurre le tasse sul lavoro e sulle imprese». Nel ricordare il “grandisimo interesse” della comunità finanziaria internazionale verso l’Italia e verso l’azione del Governo nel risanamento dei conti pubblici e delle riforme, il ministro sottolinea anche che è vicino l’accordo con la Svizzera volto a definire la tassazione dei capitali esportati illegalmente verso l’estero.

Azionario asiatico in calo, con la Borsa di Tokyo che ha visto l’indice Nikkei scivolare al valore più basso in un mese, causa l’apprezzamento dello yen, che viaggia sui massimi delle due ultime settimane. Il listino ha perso -1,94%; vendite anche su Hong Kong -1,26%, S&P/ASX 200 -0,42%, indice di Shanghai +0,60%, Kospi -0,36%.

Sul valutario, euro -0,12% a $1,3678; dollaro/yen -0,65% a JPY 102,58; euro/franco svizzero -0,31% a CHF 1,2249. Euro/yen -0,80% a JPY 140,32.

Dopo essersi depresso fino ai minimi dal 25 novembre a ridosso di 1,35, nelle ultime sedute si è assistito ad un rimbalzo dell’Eur/Usd, con i corsi balzati in area 1,37. A questo punto – secondo l’ufficio studi di Unicredit – in caso di ulteriore risalita, i prossimi obiettivi rimangono a 1,3820, sui massimi di fine anno a 1,3892 e a 1,40. Al contrario, in caso di nuovo apprezzamento del dollaro, rotti i minimi di 1,35 i supporti seguenti sono a 1,34 e a 1,33.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio -0,16% a $97,16 al barile, il prezzo dell’oro -0,26% a quota $1.259,00 l’oncia.

Sul fronte delle materie prime, il greggio è ben intonato sui mercati, in scia all’ondata di gelo che ha colpito gli Stati Uniti, e che ha fatto salire la domanda di combustibili riducendo le scorte del paese. Il petrolio si avvia così a registrare il maggior rialzo settimanale da cinque settimane. Il prezzo dell’oro vola intanto ai massimi da due mesi, in un contesto in cui gli investitori scommettono su un aumento della domanda. Sonia Gandhi, leader del del Partito del Congresso indiano, ha chiesto al governo centrale di allentare le restrizioni sulle importazioni di oro.

Dal punto di vista tecnico, il recente doppio minimo intorno ai USD1.185 per oncia ha dato il via ad un graduale recupero dell’oro, che nei giorni scorsi ha superato la MM a 65 gg posta a USD1.253,40 portandosi sui massimi degli ultimi 2 mesi. La conferma di questa inversione di tendenza – scrivono gli analisti di Unicredit – potrebbe spingere i corsi verso gli obiettivi a USD1.360 e a USD1.425. Al contrario, in caso di nuovo ribasso, il ritorno sotto la MM a 65 gg favorirebbe la discesa verso i recenti minimi, con supporti successivi a
USD1.100 e a USD1.000.