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Borsa Milano accelera sul finale, Ftse Mib chiude a +2,06%

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MILANO (WSI) – Piazza Affari al trotto nel finale sulla scia dei solidi dati macroeconomici – Usa ed europei – della giornata, chiude con un balzo del 2,06%. L’indice Ftse Mib guadagna dunque 405 punti salendo a quota 20.011 punti, miglior performance tra le Borse del Vecchio Continente.

C’è attesa tra gli investitori per il via – domani – al simposio economico di Jackson Hole, al quale parteciperà la numero uno della Fed, Janet Yellen.

In Europa positive Parigi, Cac 40 a +1,23%, Londra, FTSE +0,33% e Francoforte, Dax +0,93%.

Tra le blue chip in rally A2A (+8,07%), seguita dalle banche con lo spread stabile in area 160 punti: Bpm +6,73%, Ubi +4,48%, Banco Popolare +4,06%, Intesa Sanpaolo +3,34%. Nessun rimbalzo per Luxottica dopo le perdite di ieri sulle indiscrezioni dell’addio del Ceo Guerra: le azioni hanno ceduto lo 0,43%.

I dati macro: Nel mese di agosto l’indice di fiducia dei consumatori dell’Eurozona è sceso a -10 da -8,4 punti del mese di luglio. È questa la stima flash della Commissione Ue. Si tratta del terzo calo consecutivo dopo che, nel mese di maggio, salendo fino a -7,1%, la fiducia aveva toccato il top dei sette anni. Sul morale dei consumatori hanno inciso negativamente sia le tensioni geopolitiche (Ucraina) nonchè la stagnazione economica che ha colpito l’area euro nel secondo trimestre.

Bifronte per l’attività economica in Francia. Migliora l’indice Pmi dei servizi che sale da 50,4 a 51,1, mentre peggiora l’attività manifatturiera con l’indice Pmi che scende da 47,8 a 46,5. Nel complesso l’indice composito Pmi, che cattura le tendenze generali dell’attività economica, sale a 50 punti dai 49,4 punti, raggiungendo dunque la soglia che separa le fasi di espansione da quelle di contrazione economica.

In Germania leggera frenata, ad agosto, nel livello di attivita’ economica del settore dei servizi e di quello manifatturiero, che rimangono comunque su un solido sentiero di espansione. Nel dettaglio l’indice Pmi dei servizi ripiega da 56,7 a 56,4, un livello comunque superiore al consensus di mercato (55,6). Stessa musica nel settore manifatturiero che ripiega da 52,4 a 52, ma sempre sopra il consensus di mercato (51,5). L’indice composito Pmi scende da 55,7 a 54,9, confermandosi ben sopra la soglia dei 50 punti che divide le fasi di espansione economica da quelle di contrazione.

L’Indice Markit Flash Pmi sulla produzione composita dell’Eurozona e’ in calo a 52,8 ad agosto, ai minimi da due mesi, a fronte del 53,8 di luglio. Nonostante la flessione di agosto, l’indice e’ da 14 mesi consecutivi sopra la soglia neutrale di 50. La produzione e’ aumentata sia nel manifatturiero (stima a 50,8, minimo da 13 mesi) sia nel terziario (53,5, minimo da due mesi), con le aziende terziarie che hanno nuovamente registrato l’incremento maggiore. Tuttavia i tassi di crescita hanno rallentato in entrambi i settori. Piu’ marcata e’ stata la frenata del manifatturiero, che dopo una sequenza di 14 mesi consecutivi di crescita ha segnato il piu’ debole livello di espansione.

Borse asiatiche sotto pressione dopo che dati deludenti sulla produzione in Cina hanno alimentato le preoccupazioni sull’economia del colosso asiatico oscurando le notizie positive dal Giappone.

L’indice HSBC/Markit Flash China Manufacturing Purchasing Managers (PMI) è sceso a 50,3 in agosto dal massimo di 18 mesi di luglio a 51,7, la previsione del consensus Reuters era 51,5.

Nel dettaglio il settore manifatturiero cinese resta per il terzo mese consecutivo sul sentiero dell’espansione. È questa la lettura dell’indice Pmi di agosto che segna quota 50,3 punti, rimanendo così sopra la soglia dei 50 punti che divide le fasi di espansione da quelle di contrazione economica. Però l’indice scende dai 51,7 punti dove era salito nel mese di luglio ripiegando così sui minimi dei due mesi, in particolare ”rallentano gli ordinativi sia dal mercato interno e sia dal canale esterò’, spiega la nota di Hsbc che rileva l’indice.

Gli investitori hanno reagito vendendo il dollaro australiano AUD, spesso utilizzato come strumento liquido per le scommesse sulla Cina, mentre la borsa di Shanghai è scesa -0,5 per cento.

L’indice MSCI dei mercati Asia-Pacifico fuori del Giappone registra un calo di 0,6 per cento, con gli indici in Corea del Sud e Taiwan in rosso.

Tuttavia, le azioni giapponesi sono riuscite a invertire il loro corso grazie a un sondaggio che mostra un’attività manifatturiera in accelerazione in agosto con esportazioni e domanda interna migliore.

L’indice Markit/JMMA Giappone PMI e’ salito a un tasso destagionalizzato di 52.4, contro 50,5 nel mese di luglio, il valore piu’ elevato da marzo, appena prima dell’aumento delle imposte deciso dal governo.

A Tokyo il Topix risulta in rialzo +0,8 per cento, mentre il Nikkei N225 guadagna +0,9 per cento. Avevano cominciato la seduta bene con lo yen in calo contro il dollaro statunitense, segno positivo per le esportazioni giapponesi e gli utili societari.

Il dollaro è salito su tutto il fronte, gli investitori rilevano una svolta ora che negli Stati Uniti si sostiene la linea del rialzo dei tassi, nelle discussioni di politica della Federal Reserve, dopo la diffusione ieri sera delle minute relative a luglio.

Ancora in calo per il quinto giorno consecutivo le quotazioni dell’oro che sui mercati asiatici è stato scambiato a 1.285,10 dollari l’oncia per il contratto per la consegna immediata, in flessione dello 0,5%.

Ieri, intanto, Wall Street ha chiuso mista dopo una seduta altalenante, sulla scia dei verbali dell’ultima riunione del Fomc della Federal Reserve dalle quali è emerso che alcuni membri del comitato gradirebbero vedere un rialzo dei tassi d’interesse più prima che poi. Il Dow Jones ha chiuso a 16.979 punti (+0,35%); lo Standard & Poor’s 500 si è attestato a 1.986,5 punti (+0,25%); il Nasdaq ha ceduto lo 0,02%% a 4.526 punti.

Chiusura in rialzo ieri per le principali Borse dell’America Latina. A San Paolo l’indice guida Bovespa ha terminato la seduta a 58.878 punti (+0,73%), riporta il sito della Borsa brasiliana.